Incendi rifiuti nel campo rom sulla 554, blitz della forestale: 8 denunciati

Non solo incendi nel campo rom lungo la statale 554 tra Cagliari e Selargius: in quasi tutta l’aera metropolitana del capoluogo, infatti, si continua a smaltire illegalmente rifiuti di ogni genere, compresi quelli pericolosi, incendiandoli. La conferma arriva dall’operazione condotta dal Corpo Forestale e di vigilanza ambientale, culminata con la denuncia di otto persone, il sequestro di tre camion utilizzati per il trasporto e di tre discariche abusive nelle quali si incenerivano i rottami. I controlli sono avvenuti nel mese di novembre in tutto il territorio tra Cagliari, Selargius, Monserrato, Guamaggiore e Uta e hanno visto impegnate le Stazioni forestali di Cagliari, Sinnai, Capoterra, Dolianova e Senorbì con il contributo del Nucleo investigativo di Polizia ambientale per l’individuazione dei responsabili.

Sono stati denunciati per trasporto illecito e smaltimento illegale di rifiuti Cristian Desogus, 31 anni, e Antonio Pisano, 37, entrambi di Cagliari, sorpresi a Monserrato, in località S’Abuleu, vicino alla statale 554; Ignazio Deidda, 49, di Quartu, bloccato vicino al parco di Molentargius, al quale è stato anche sequestrato e confiscato il camion; così come ad Edoardo Pillittiu, 40 anni di Uta, controllato in località Isca de Foras lungo la statale 130, e a Mohamed Lekrad, 29, marocchino, bloccato a Guamaggiore. Denunciati per smaltimento illegale mediante combustione Pierpaolo Sotgia, 48 anni di Cagliari, individuato a Su Planu a Selargius, dove è stata sequestrata un’area di 250 metri quadri; Antonello e Massimo Piludu, di 63 e 46 anni, fermati davanti al policlinico universitario di Monserrato, qui sono stati apposti i sigilli ad un’area di 8mila mq, e Andrea Piras, 49, di Assemini, sorpreso a Elmas, vicino alla statale 554, dove è stata sequestrata un’area di 100 metri quadri.

“Il fenomeno, erroneamente attribuito alle comunità rom – sottolineano gli investigatori – si manifesta invece come sistema diffuso legato anche alla microcriminalità che approfitta delle falle o di alcuni malfunzionamenti dell’apparato ufficiale di smaltimento per realizzare illeciti introiti e, soprattutto, per creare situazioni di inquinamento e conseguente allarme sociale”. I controlli hanno consentito di denunciare, in particolare, quattro persone che munite di autorizzazione al trasporto di rifiuti in conto proprio, procedevano alla raccolta di materiali ingombranti (frigo, televisori, caldaie) dei quali, una volta prelevata la parte ‘appetibile’, come i metalli, attraverso gli incendi, venivano abbandonate le carcasse nelle campagne, anche con il sostegno di proprietari compiacenti. Nel corso dell’operazione sono state contestate 17 sanzioni amministrative per abbandono di rifiuti bordo strada nonché di auto da rottamare, per importo complessivo di 18 mila euro.

È stato assegnato all’ingegnere Paolo Littarru il compito di effettuare i prelievi per capire il livello di inquinamento dei terreni che ospitano il campo rom tra Cagliari e Selargius, ai margini della statale 554. La perizia è stata ordinata dal sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia, titolare dei fascicoli che ipotizzano la gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento e disastro ambientale perché nel campo nomadi vengono smaltiti, spesso bruciandoli, rifiuti di vario genere per estrarne metalli o materiali da rivendere. Un processo che potrebbe aver sprigionato sostanze nocive, alcune estremamente velenose, per la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. Sul registro degli indagati risultano iscritti da tempo i componenti di due famiglie rom, in tutto otto persone quasi tutte con cittadinanza bosniaca. I fascicoli in Procura si sono accumulati dopo la segnalazione degli incendi da parte degli abitanti del vicino quartiere di Mulinu Becciu, poi certificati dai sopralluoghi della Polizia municipale e dei Vigili del Fuoco. Ora il magistrato ha assegnato l’incarico per sapere che tipo di sostanze inquinanti siano presenti nelle aree dei roghi attorno alle quali sono si ramificano roulotte e baracche che ospitano le famiglie nomadi. Il campo era stato posto sotto sequestro preventivo nel 2012, ma l’attività di smaltimento col fuoco dei rifiuti è comunque proseguita. “Chiediamo che la magistratura vada fino in fondo e colpisca i responsabili”, è l’appello degli ecologisti del Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra, firmatari di molti esposti assieme ai residenti dei quartieri che si estendono lungo la statale 554. Sollecitato anche “il sequestro penale del campo nomadi-inceneritore per evitare ulteriori inquinamenti che ormai sono definibili solo come disastro ambientale”.

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