Inail, in Sardegna cresce il numero delle denunce per malattie professionali

Solo Toscana ed Emilia Romagna sono davanti alla Sardegna per numero di denunce per malattie professionali: 5.957 solo nel 2016 e 5.364 nel 2015 secondo i dati presentati oggi a Cagliari dall’Inail. La maggior parte sono state protocollate nel cagliaritano (3.153) e nell’oristanese (1.074), seguono Carbonia-Iglesias con 428, Nuoro con 362, Sassari con 242 e Olbia Tempio con 105.

Considerando il 2015, le denunce – ben 4.072 – hanno riguardato per il 75% dei casi malattie del sistema osteo muscolare e del tessuto connettivo. Sanità e trasporti, in particolare, sono i settori nei quali le segnalazioni sono più frequenti. Il fenomeno nell’Isola diventa ancora più rilevante se si considerano i dati di altre regioni molto più industrializzate e con un numero di lavoratori molto più alto come la Lombardia, dove sono registrate per il 2016 “solo” 4.010 denunce.

“Il fatto che le denunce di malattie professionali abbiano raggiunto sul territorio regionale una tale proporzione richiede un attento esame e la necessità di affrontare in modo sistemico il problema – ha spiegato all’ANSA il direttore regionale Inail, Enza Scarpa – la dimensione del fenomeno impone l’analisi e il contributo congiunto delle Istituzioni territoriali, delle parti sociali, del mondo scientifico e giudiziario, perché solo il sistema integrato di questi servizi può elaborare risposte e strumenti coerenti con gli obiettivi di prevenzione e tutela del rischio da lavoro, sostegno alle aziende per la realizzazione di progetti e investimenti sulla prevenzione, reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro”.

Non a caso al convegno sono intervenuti anche Pierluigi Cocco (cattedra di Medicina del lavoro), Roberto Di Tucci (coordinatore avvocatura regionale Inail), Giovanni Manca (docente di diritto penale all’Università di Cagliari). In netto calo, invece, le denunce di infortuni sul lavoro: nel 2015 ne sono state protocollate in Sardegna 12.742, il 2% del totale nazionale, con una diminuzione del 6,67% rispetto all’anno precedente e del 10,83% rispetto al 2013. Nel 2016 (ma il dato non è consolidato) vi è stato un aumento del 2,08%.

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