Immigrazione irregolare dall’Algeria, sette arresti a Cagliari

Consegnava agli algerini appena sbarcati nel Sulcis un documento falsificato che permetteva loro di rimanere per due mesi nel territorio italiano, un documento identico a quello che viene consegnato ai richiedenti asilo, l’algerino residente ad Assemini (Cagliari), Nabil Sadki, 30 anni, considerato il capo dell’organizzazione sgominata oggi dalla squadra mobile di Cagliari, con la collaborazione delle squadre mobili di Roma, Sassari e Nuoro e del Reparto operativo della Guardia di finanza del Capoluogo sardo.

In manette con Sadki, in Italia da oltre dieci anni, la moglie Simona Durzu, cagliaritana di 35 anni, il fratello Ramzi Sadki, 24 anni, residente a Roma; Najm Eddine Boumelit, conosciuto come “Mommo” sempre residente a Cagliari; Otman Kadimi, marocchino 24enne, che abita a Fertilia (Sassari), Mohamed Ali Khannoufi, 26 anni, algerino residente a Capoterra (Cagliari), ed un algerino di 17 anni. L’accusa contestata per tutti è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma anche ricettazione, truffa e altri reati contro il patrimonio.

IL VIDEO CON L’INTERCETTAZIONE

Le indagini sono partite a dicembre dopo la denuncia per ricettazione di Nabil Sadki, considerato il capo dell’organizzazione, e l’arresto di altri suoi tre connazionali sbarcati da poco in Sardegna per furto in un negozio del centro a Cagliari. Gli agenti si sono insospettiti per la presenza di un algerino stanziale sul territorio e hanno deciso di approfondire gli accertamenti. Hanno così scoperto che Nabil Sadki forniva agli algerini che arrivano nel Sulcis i documenti falsi per spostarsi sul territorio, documentazione che stampava personalmente a casa. In cambio si faceva pagare dai 100 ai 400 euro, il denaro veniva accreditato tramite Western Union a nome della moglie Simona Durzu. Il denaro, è stato accertato dalle indagini, arrivava dall’Italia, ma anche da Francia, Svizzera e Olanda. Ma non solo. L’algerino con l’aiuto dei complici si occupava anche dei trasferimenti. Ad accompagnare i migranti prima in Corsica e poi a Marsiglia era Najm Eddine Boumelit conosciuto come “Mommo” che controllava anche la presenza dei controlli agli imbarchi. Il fratello di Nabil Sadki a Roma, invece, teneva i contatti con l’Algeria e inoltre stava pensando di diversificare le sue attività mettendo a segno reati contro il patrimonio. Alcuni degli algerini a cui Nabil Sadki aveva fornito i documenti, nel corso dei mesi, si sono resi responsabili di furti e rapine perché dovevano recuperare anche il denaro da pagare per essere aiutati.

L’INTERVISTA AL DIRIGENTE DELLA SQUADRA MOBILE DI CAGLIARI

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