Al limite della schiavitù: più di 50 ore settimanali di lavoro per 850 euro al mese. Cioè poco più di tre euro per ogni ora di lavoro. Non è una condizione eccezionale nell’epoca della disoccupazione e del contestuale crollo dei diritti dei lavoratori. Eccezionale è il fatto che quattro donne, dipendenti di un villaggio turistico di Tortolì, abbiamo deciso di rivolgersi al sindacato (la Fisascat Cisl) per chiedere di essere tutelate.
A parlare di “semischiavitù” è stato, in una dichiarazione a l’Unione sarda, il segretario territoriale Michele Muggianu. Ufficialmente l’orario di lavoro settimanale delle quattro “cameriere ai piani” – che sono state inquadrate come addette alle pulizie – dovrebbe essere di 40 ore, ma mediamente ciascuna di esse ne svolge circa quindici in più.
Ma c’è un altro aspetto che il sindacato mette in evidenza: che mettere i dipendenti in queste condizioni compromette anche la qualità del servizio e alla fine provoca dei danni allo sviluppo turistico. I datori di lavoro senza scrupoli possono nascondere le retribuzioni e le ore di straordinario, ma non il malessere dei loro dipendenti. Anche i turisti lo vedono benissimo.