Il Procuratore di Tempio: “Olbia sott’acqua con dieci minuti di pioggia”

Sono due i filoni d’indagine che riguardano l’inchiesta per disastro colposo aperta dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania all’indomani della tragica alluvione di Olbia. La conferma arriva dal sostituto procuratore Riccardo Rossi e si evince da un estratto dell’intervista che il pm di Tempio ha rilasciato a Radio 24, l’emittente radiofonica del Sole 24Ore, e che verrà trasmessa integralmente domenica sera alle 20,30. “Non escludo un cortocircuito informativo, ma il vero problema ora è vedere com’è stata costruita una città – ha dichiarato Rossi – perché Olbia va sott’acqua ogni dieci minuti di pioggia”. Da una parte gli inquirenti verificano l’allerta meteo, tempestività e tempistiche con le quali la catena di comando si è mossa: dalla Protezione Civile, alla Regione fino al Comune, il principale responsabile del governo del territorio e nella fattispecie il comune di Olbia, sul banco degli imputati per un’allerta che da più parti si considera inadeguata se non addirittura inesistente, almeno come efficacia reale. Dall’altra parte nel mirino degli inquirenti sono finite le follie edilizie di una città con 17 Piani di risanamento, quartieri abusivi costruiti sui canali, quando non addirittura al di sotto del livello del mare.

Potevano essere presi provvedimenti? Il pm drastico: “Perbacco”

Tre inchieste: due per per omicidio colposo, sulla voragine nella strada tra Tempio e Olbia che ha risucchiato tre vite umane e sulla famiglia brasiliana morta nel seminterrato ad Arzachena. Poi la terza per disastro colposo, sull’alluvione che ha devastato Olbia provocando sei vittime. “Olbia va sott’acqua con 10 minuti di pioggia”, ha ricordato il pm Rossi, intervistato per la rubrica “A Ciascuno Il Suo” di Radio 24. Ma è con un’interiezione che Rossi rende bene la situazione dell’edilizia a Olbia e anche dove i magistrati intendono andare a guardare per trovare i responsabili della tragedia nel capoluogo gallurese. Alla domanda della giornalista Raffaella Calandra: “Quindi in questi anni potevano essere presi dei provvedimenti?”, il pubblico ministero titolare di tutte le principali inchieste sull’abusivismo edilizio a Olbia risponde con un secco ma inequivocabile “Perbacco!”. Nelle prossime ore la Procura procederà al sequestro di tutti i fascicoli che attengono ai Piani di risanamento di Olbia, con concessioni, permessi, sanatorie, condoni e tutto ciò che ha consentito di costruire in spregio delle più elementari regole di tutela del territorio e di garanzia del normale assetto idrogeologico.

La catena delle comunicazioni e il mancato preavviso alla popolazione

E in questo fascicolo rientra anche la questione della catena delle comunicazioni e dell’allerta meteo. “Ci può essere stata una sottovalutazione del rischio, ma è una delle tante cause: in questo momento è meno importante rispetto a sapere come erano state fatte le infrastrutture”, ha spiegato Rossi nel corso dell’intervista radiofonica. Per il magistrato però “il grido al lupo al lupo è sempre presente” e Rossi conferma la percezione che spesso ci siano “troppi allarmi, solo per mettersi a posto con le responsabilità”. Col rischio che poi non si distinguano gli allarmi più gravi dagli altri, come obiettano i sindaci. Parole importanti e pesanti che svelano, al di là delle indiscrezioni ufficiose sulle strade investigative, quali indirizzi stiano seguendo gli inquirenti all’indomani del disastro che ha colpito Olbia e la Gallura. Nelle prossime ore sono attesi i riscontri documentali e poi potrebbero essere inviati i primi avvisi di garanzia a tutela degli indagati.

Giandomenico Mele

 

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