Il marketing turistico della Regione: “Sardi, venite in Sardegna”

La missione era tutt’altro che facile, ma l’assessorato regionale al Turismo e l’agenzia Sardegna Promozione ci hanno messo così tanto impegno che alla fine il risultato finale è stato raggiunto: fare pubblicità alla Sardegna in Sardegna, promuovere la Sardegna presso i sardi. Come se Gianni Alemanno avesse speso soldi pubblici per tappezzare le strade della Capitale di manifesti con su scritto: “Romani, venite a Roma”.

Raggiungere certe vette non è semplice, eppure l’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi e il direttore di Sardegna Promozione Mariano Mariani ci sono riusciti: confezionare un filmato di ben undici minuti che Videolina e Sardegna Uno hanno mandato in onda per una decina di giorni in versione antipasto, poco prima di pranzo, a partire dall’11 marzo. Target: i sardi.

Scopo dichiarato di questa campagna denominata l’Isola che danza: offrire una vetrina sulle ricchezze della Sardegna “che non t’aspetti”, quella estranea ai circuiti del turismo classico, balneare. Ma questa vetrina non è rivolta ai visitatori dell’Isola, agli italiani e agli stranieri che nei periodi estivi vanno a soggiornare quasi esclusivamente nelle zone costiere. No, è rivolta agli stessi sardi e non a caso il video promozionale è stato realizzato da un’emittente locale, Sardegna Uno, appunto, e poi è stato spedito alle altre emittenti locali, Videolina in testa. Che, per evitare l’imbarazzo di dover mandare in onda il logo della concorrente Sardegna Uno stampato sui microfoni usati per le interviste, in post produzione ha montato in sovrimpressione un sottopancia di otto metri quadri.

Cosa il turismo isolano potrà guadagnarci è un mistero, mentre è chiarissimo quanto guadagneranno Giorgio Mazzella e Sergio Zuncheddu, proprietari di Sardegna Uno e Videolina, i due colossi dell’informazione isolana che da quattro anni incassano dalla Regione – che agisce nei loro confronti come un generoso co-editore di fatto – centinaia di migliaia di euro ogni qual volte se ne presenta l’opportunità.

E sarebbe interessante sapere dove finiscono questi soldi, soprattutto dalle parti di via Venturi, sede cagliaritana della tv di Mazzella: per venire incontro alle difficoltà economiche del gruppo, da mesi i giornalisti di Sardegna Uno si sono decurtati lo stipendio del 35% eppure da gennaio non vedono un soldo. Per non parlare della tredicesima: nemmeno l’ombra.

Tornando al filmato, il fatto che non abbia varcato i confini regionali forse è stato un bene: undici minuti zeppi di frasi fatte sulla solita destagionalizzazione, sulle potenzialità delle zone interne, sulle prelibatezze eno-gastronomiche, sulle bellezze culturali e artigianali della nostra terra. Cose che i politici nostrani dicono da almeno trent’anni, senza alcun risultato di rilievo se non, per assessori e caporioni di turno, una manciata di minuti a favore di telecamera.

L’assessore Crisponi ad esempio scolpisce sul granito a futura memoria la seguente frase: “Abbiamo messo insieme quell’idea importante di Sardegna che tutta insieme può dare un segnale davvero importante, fortissimo, un segnale che buca oltretutto perché piace, quindi l’Isola che danza racconta non solo storie millenarie ma racconta anche la capacità e sopratutto la possibilità di potersi raffrontare agli elementi nuovi del marketing, della buona comunicazione e soprattutto di un’isola che sa essere accogliente in tutti i mesi dell’anno”.

Mariano Mariani non è stato meno vago ed enfatico: ed ecco che ”l’Isola che danza è evocativo. La cultura, insieme al turismo, fa da elemento trainante per le attività produttive, per l’artigianato artistico, le produzioni agroalimentari, l’enogastronomia. Portare a sistema queste questioni dentro uno slogan importante come ‘l’Isola che danza’, è per noi concretamente cercare di raggiungere l’obiettivo fondamentale della destagionalizzazione dei flussi turistici”. Brividi. Anche perché si parla di “destagionalizzazione dei flussi”, cioè non del modestissimo turismo interno, ma di quello ‘continentale’ che, però, non può vedere il video promozionale se non dopo aver già raggiunto l’Isola.

Ci sono poi la studiosa rinomata che a metà marzo parla dell’origine del carnevale e un paio di prelati che lodano le iniziative della Regione sui ‘percorsi della fede’, altra iniziativa fortemente sponsorizzata da Crisponi che, finora, ha però portato solo decine di migliaia di euro (al momento almeno 150mila) nelle casse dell’Opera romana pellegrinaggi, braccio operativo della Santa sede.

E nemmeno si può dire che Videolina, ad esempio, veicoli il messaggio via satellite, visto che l’emittente di piazza l’Unione Sarda va su hotbird dalle 15 alle 18.

Poi però, a fronte di una manifestazione alla quale partecipano 1.400 giornalisti com’è stata ‘Identità golose’ a Milano lo scorso febbraio, la Regione decide prima di garantire 30mila euro, poi sette giorni prima dell’evento invia una mail agli organizzatori e dice che “per motivi amministrativi”, non sgancia un soldo. E contemporaneamente alle varie fiere, finanziate dalla Regione con centinaia di migliaia di euro, non si presenta nemmeno un funzionario e si mandano allo sbaraglio gli operatori senza uno straccio di materiale promozionale, come hanno denunciato i rappresentanti delle strutture ricettive isolane pochi mesi fa. 

Ancora, il piano di Crisponi per rilanciare l’artigianato attraverso i ‘corner’ negli alberghi ha trovato gli strali delle associazioni di categoria. 

Vada come vada: almeno si spera che Mariani e Crisponi siano riusciti a convincere il signor Matta di Maracalagonis a fare un salto a Castelsardo per la Pasqua e la signora Piras di Bortigali ad emozionarsi tra le vie di Cagliari vecchia per la processione dei Misteri pasquali. Sarebbe già un buon inizio. Magari non proprio l’Isola che danza. Ma che almeno potrebbe, malinconicamente, dire: “Io ballo da sola”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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