Il locandiere esasperato e i balzelli Rai e Siae: “Basta, chiudo”

Un b&b che ha appena chiuso l’attività e un altro in seria crisi economica nel piccolo centro barbaricino di Olzai: sono due vittime sarde della Siae, Società italiana degli Autori ed Editori. Il motivo? Una tassa sui diritti d’autore eccessiva per i magri guadagni dell’attività ricettiva dei due b&b, considerato soprattutto che Olzai, neanche 900 anime, è ben lontana dai flussi turistici e dalle mete vacanziere.

La stangata da 226 euro è arrivata nei giorni scorsi con la comunicazione ‘Trattamento normativo e tariffario B&B e affittacamere” firmato Siae: in base al documento, anche le strutture più piccole devono versare un ‘canone annuo di abbonamento per i diritti di esecuzione musicale‘ così quantificati: 58 euro per apparecchi sonori (radio e lettori cd), 168 per video-sonori (tv) per un totale di 226 euro. Si tratta di compensi forfettari, stabiliti per affittacamere e b&b a prescindere dalle stanze a disposizione e dal numero di apparecchi. A questi si aggiungono anche i 203,70 euro di canone Rai ‘speciale’ dovuto per chi detiene apparecchi di trasmissione radio-televisiva in esercizi pubblici: una cifra esagerata per chi lavora nel settore dell’ospitalità in realtà piccole come quella dei centri barbaricini.

La prima vittima è il b&b ‘Quattro G’ che Giuseppe Saccu ha aperto due anni fa nel centro storico di Olzai, una camera da letto per massimo due persone, pernottamento e colazione a 25 euro: “Quando va bene affittiamo la camera per cinque o sei notti in un anno, a ridosso di Cortes Apertas o altri eventi del genere – sottolinea Saccu – Per pagare la Siae non mi bastano due anni di attività. Non ne vale la pena, ho deciso di chiudere”. Il titolare della struttura ha consegnato ieri in Comune la comunicazione di cessazione attività: un’uscita di quasi quattrocento euro annuali in sole tasse radio-televisive non è compatibile con una attività che al massimo può fruttare 150 euro in un anno.

Stesso discorso per Barbara Azuni e il suo ‘I Limoni’ di via Cavour, qui i posti letto sono sei divisi in tre camere, medesima tariffa del ‘Quattro G’ per pernottamento e colazione. La Azuni per ora non si arrende e ieri ha consegnato una lettera a Francesco Morandi, assessore regionale al Turismo, e per conoscenza anche al sindaco del suo comune. “Ci chiedono di versare un importo insostenibile per i titolari di b&b che operano in una piccola realtà come il paese di Olzai – si legge nella lettera – purtroppo ancora lontana da importanti flussi turistici, e quindi dalla possibilità di ottenere guadagni remunerativi dall’attività di alloggio e prima colazione”. Un principio, secondo Barbara Azuni, in contraddizione con la legge regionale 27 del 1998 che disciplina le strutture ricettive extra alberghiere, le quali lavorano con saltuarietà e al di fuori di logiche imprenditoriali, e che stride anche con le ‘Linee guida dell’esercizio saltuario dei B&B’ approvate dalla Regione con delibera del 21 febbraio 2013. Da una parte dunque c’è una società nazionale che tratta i b&b come fossero un esercizio pubblico qualsiasi, dall’altra c’è una legge regionale che tutela le realtà più piccole nella rete dell’ospitalità. La lettera della Azuni si conclude con una richiesta all’assessore Morandi: che si esprima sulla vicenda e dia un parere sulla richiesta della Siae.

A rischio non ci sono solo gli esercenti di Olzai, ma le decine di b&b disseminate sul territorio isolano che accolgono i tanti turisti  che scelgono mete di viaggio non convenzionali.

(in foto, il b&b ‘I Limoni’)

Francesca Mulas

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