Il deputato Piras (Sel): “Sull’inceneritore non accetto ordini di scuderia”

Onorevole Piras, ieri ha affermato di sentirsi libero da ogni obbligo di lealtà verso la giunta Pigliaru. Ma un comunicato di Sel-Sardegna ha precisato che “il partito ha altri quattro anni di impegno comune con la giunta per garantire alla Sardegna e ai sardi il futuro che meritano”. Si sente dunque sciolto anche da ogni vincolo verso il suo partito?

“Non posso biasimare il segretario regionale di Sel, Luca Pizzuto, che ha il dovere di rappresentare il partito. Mentre in questo caso io difendo i miei compaesani. Il comunicato che ho diffuso ieri lo considero emozionale, pre-politico, pur ribadendo oggi la mia posizione di contrarietà alla decisione della giunta. Che trovo inconcepibile, specie il giorno prima di una manifestazione che ha posto questioni molto rilevanti: in anni di lavoro sono stati raccolti documenti e testimonianze utili oggi a implementare oggi la cosiddetta strategia rifiuti zero basata su una raccolta differenziata spinta”.

Resta il fatto che le sue posizioni divergono da quelle del suo partito…

“Ci sono dei problemi che andranno affrontati, di certo non posso accettare ordini di scuderia su questo tema”.

Ma come valuta l’operato dei consiglieri di Sel e dell’assessore Firino sulla vicenda? Durante la giunta di ieri, gli assessori che si erano opposti in prima battuta al nulla osta hanno votato a favore. Dunque anche il vostro assessore di riferimento, Claudia Firino, appunto, ha detto sì…

“Ci tengo a ricordare che Sel è comunque contraria agli inceneritori. E che ad oggi è ancora in campo la proposta della moratoria e della discussione. Se i miei consiglieri tendono a minimizzare la vicenda, io voglio leggere queste dichiarazioni come un elemento di speranza: la battaglia non si può ancora dire conclusa. Per quanto riguarda il voto favorevole di Claudia Firino, che io sappia c’è stata la richiesta del presidente di una posizione unitaria della giunta, richiesta a cui si è ritenuto di dare seguito”.

Ma la delibera approvata ieri non è un semplice atto amministrativo, essendo la scelta politica che autorizza la Monsud Spa e Area Impresa Spa ad andare avanti con l’appalto. Manca solo l’autorizzazione integrata ambientale, ma parrebbe trattarsi di un pro-forma…

“E difatti anch’io la penso così, ciononostante, se è vero che siamo democratici, progressisti e sovranisti, vale a dire che valorizziamo la possibilità delle comunità locali di autodeterminarsi, dobbiamo essere coerenti: o si apre una fase di discussione sulla gestione dei rifiuti nel Marghine e in tutta la Sardegna e si riprende un confronto politico sereno, sennò continuerò a autodeterminarmi. Mi pare che se ne possa uscire in positivo e credo di avere il partito al mio fianco”.

A proposito di futuro, in questo periodo si discute di tanti progetti che potrebbero avere ricadute negative su ambiente, salute e territori, anche da un punto di vista economico: dalla discarica di Genna Luas della Portovesme Srl alla centrale a carbone dell’Eurallumina: tutti progetti sposati dalla giunta. Lei cosa ne pensa?

“Noi abbiamo un’emergenza occupazionale, quindi da una parte si deve ragionare di strumenti per governare l’emergenza, dall’altra di nuovo modello di sviluppo. Stiamo però attenti ad evitare un meccanismo per cui durante l’emergenza ci prendiamo tutto ciò che passa il convento. Abbiamo bisogno di un modello di industria che valorizzi l’ambiente, penso, per esempio, alle straordinarie opportunità offerte dalla canapa, da cui si possono ottenere blocchetti per l’edilizia e compost di qualità per l’agricoltura. Basta, insomma, con l’industria pesante che sembra avere poco futuro, l’abbiamo sperimentato”.

Alle comunali di Borore, suo paese d’origine, farà squadra con il Partito dei sardi di Paolo Maninchedda, ritenuto il principale sponsor politico del revamping dell’inceneritore di Tossilo e “presidente ombra”, stando alla battuta che circola in Consiglio. Non trova si tratti di una contraddizione rispetto alla sua opposizione alla combustione dei rifiuti?

“Non giriamoci attorno, è una contraddizione, che possiamo però gestire in maniera civile nella differenza di posizioni. Il centro decisionale non è comunque a Borore”.

Piero Loi

 

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