Il deposito delle scorie nucleari? La Stampa: “Non nell’Isola, troppi costi”

Secondo le indiscrezioni diffuse dal quotidiano La Stampa, il deposito unico per lo stoccaggio delle scorie radioattive non sorgerà in Sardegna. “Se anche le due isole rispondessero a tutti i requisiti di idoneità, le due isole maggiori verrebbero scartate per ragioni economiche“, precisa il giornale torinese. Mentre l’esclusione delle regioni sismiche Emilia Romagna, Marche e Umbria viene data per certa. Per quanto riguarda la Sardegna, il condizionale rimane comunque d’obbligo. Infatti, la Carta che individua le aree potenzialmente idonee ad ospitare il sito non è stata desecretata: i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo non hanno ancora dato il via libera alla pubblicazione della lista. Sulla vicenda era intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, in occasione della Festa dell’Unità di Cagliari, affermando: “Non posso né giurare né garantire nulla. Ma un po’ mi posso sbilanciare: questa cosa la Sardegna può anche evitarsela visto che ha dato e sta già dando tanto”.

Il comitato No-Nucle – No Scorie tiene dunque alta la guardia: “Difficile fidarsi quando non c’è nulla di ufficiale, apprendiamo con prudenza la notizia e confermiamo gli impegni già programmati, compreso sit-in e seminario a Bruxelles”, scrivono gli organizzatori delle tante manifestazioni e iniziative tenutesi in Sardegna negli ultimi mesi. “Contro l’ipotesi dell’arrivo delle scorie si son mossi il Consiglio regionale, numerosi comuni, le Province e la Conferenza episcopale sarda”, ricorda il comitato. Prima di loro, nel 2011, circa 850.000 sardi dissero no alla possibilità che la Sardegna ospitasse le scorie nucleari provenienti da tutt’Italia. “Che la notizia sia vera o no, in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo con il referendum”, conclude il comitato”. 

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