Il Cara di Elmas e il “Mondo di Mezzo”. Bellantoni: “Procedura trasparente”

L’inchiesta su Mafia Capitale allunga la sua ombra nell’Isola: la società che gestisce l’accoglienza dei migranti a Elmas – Casa della solidarietà – compare nelle carte di ‘Mondo di Mezzo’, indagine della Procura di Roma che ha svelato un imponente rete di corruzione e appalti truccati a Roma e non solo e ha portato all’arresto di 37 persone.

La Casa della Solidarietà, consorzio di cooperative sociali che compare più volte nei fascicoli dell’inchiesta, oggi gestisce il centro Cpsa-Cara di Elmas dove si trovano 290 migranti in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato: il consorzio nell’ottobre scorso si è aggiudicato l’appalto da due milioni di euro bandito dalla Prefettura di Cagliari per organizzare l’accoglienza agli immigrati. I fondi per il servizio arrivano dall’Unione Europea, precisamente dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione creato dal gennaio 2014 proprio per affrontare i flussi migratori dai paesi extraeuropei.

La Casa della Solidarietà e il suo presidente Tiziano Zuccolo non sono iscritti nel registro degli indagati ma il loro nome si legge più volte nei fascicoli dell’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’ che ha portato in carcere, tra i tanti, l’ex terrorista nero Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, boss delle cooperative ‘rosse’ e presidente della cooperativa ’29 giugno’, oltre a un lungo elenco di indagati tra cui l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Casa della solidarietà, gli appalti tra Roma e Sicilia

Secondo quanto emerge dalle carte in mano ai pm, la Casa della Solidarietà e le altre due società romane Eriches e Domus Caritatis avrebbero ottenuto appalti dal comune di Roma per l’emergenza abitativa con procedure irregolari e pilotate. Tiziano Zuccolo è stato intercettato in più occasioni dagli inquirenti al telefono con Salvatore Buzzi: insieme discutevano su come spartire le quote di migranti da mandare nei Cara, come spiega l’Espresso nell’articolo di Francesca Sironi. Dalle chiacchierate telefoniche con Buzzi gli investigatori hanno fatto emergere un ‘cartello di interessi’ con affari divisi al cinquanta per cento. Zuccolo al telefono con l’amico a proposito dell’accordo diceva: “Dividiamo a metà da buoni fratelli, ok?”.

La stessa Casa si è aggiudicata nel giugno scorso, insieme ad altre società, la gestione triennale del Cara di Mineo, in Sicilia: un appalto da 97 milioni di euro per il quale c’è stata una sola offerta valida, quella vincitrice, con un ribasso dell’uno per cento. Il sospetto di una procedura poco trasparente arriva perché nella commissione che ha concesso l’appalto c’era Luca Odevaine, ex capo di gabinetto di Walter Veltroni, ora in carcere perché considerato uomo chiave nell’ambito del sistema Mafia Capitale. Sulla costosa gestione del Cara di Mineo nelle scorse settimane le procure di Catania e Benevento hanno aperto un’inchiesta che procede in parallelo con quella della commissione parlamentare Antimafia. E proprio pochi giorni fa sull’affidamento del Cara alla Casa della Solidarietà è arrivato il parere dell’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone: “Procedura illegittima e lesiva dei principi di concorrenza e trasparenza”, come racconta Salvo Catalano sul quotidiano Meridionews.

Il Consorzio Sisifo

Tra i nomi del Cara di Mineo, accanto alla Casa della Solidarietà, c’è pure Sisifo, consorzio siciliano della cooperazione sociale con sede a Catania. Anche Sisifo è passato per Cagliari: ha gestito il Cpsa/Cara di Elmas per 4 anni, dal 2010 al 2014. Il consorzio ha partecipato pure all’ultimo bando ma è arrivato terzo nella graduatoria, dopo l’aggiudicataria Casa della Solidarietà e dopo la cooperativa sociale L’albatros: ha presentato ricorso al Tar sostenendo che la società che ha vinto ha presentato un’offerta ‘illogica’ ma il ricorso è stato respinto.
Sisifo ha gestito anche il Cara di Sant’Angelo di Brolo, in provincia di Messina. Per quest’ultimo affare l’allora rappresentante legale Cono Galipò è stato denunciato e rinviato a giudizio per truffa aggravata e continuata. Secondo le indagini della Procura, raccontate dal giornalista siciliano Antonio Mazzeo su Left Avvenimenti, Galipò avrebbe incassato il denaro derivante dalla permanenza illecita dei migranti che venivano fatti restare nel centro anche dopo il rilascio del loro permesso di soggiorno: un’appropriazione indebita di 40 euro al giorno per 248 persone che non avevano più diritto di soggiornare nel Cara, trattenute proprio per ottenere i rimborsi dalla Prefettura. Galipò ancora oggi siede nel consiglio di amministrazione di Sisifo e il suo nome è legato pure alla cooperativa Lampedusa Accoglienza (che detiene ancora oggi l’appalto del Cpsa di Lampedusa) di cui era amministratore delegato: la cooperativa fu accusata di maltrattamenti nei confronti dei migranti sottoposti, nel dicembre 2013, a trattamenti antiscabbia nel cortile del centro, le immagini di un video amatoriale andarono in onda sul Tg2.

A Elmas arrivano Sisifo e Casa della solidarietà

Le due cooperative Casa della Solidarietà e Sisifo approdate in Sardegna per gestire il centro migranti di Elmas sono dunque sotto i riflettori degli inquirenti per appalti tra Lazio e Sicilia. Dalla Prefettura di Cagliari assicurano però massima trasparenza: “Le nostre procedure non hanno nulla a che fare con quanto accaduto a Roma o in Sicilia – sottolinea Carolina Bellantoni, dal 2011 vice prefetto vicario degli uffici di viale Buoncammino. “Sia l’appalto del 2010 che quello del 2014 sono stati affidati con un sistema regolare: l’ultimo, quello dell’ottobre 2014 con cui è stato aggiudicato il servizio di gestione del Cpsa/Cara di Elmas alla Casa della Solidarietà, è stato poi ulteriormente validato dal Tar chiamato in causa in seguito a due ricorsi. La liquidazione dei contributi avviene regolarmente, dietro presentazione di rendiconti e fatture da parte dei soggetti con cui stipuliamo i contratti”.

Qualche giorno fa alcuni immigrati ospiti del centro di Elmas hanno organizzato una manifestazione a Cagliari per denunciare la situazione in cui vivono: dicono di dormire in stanzoni privi di porte e sorvegliati dalle telecamere giorno e notte, con pasti scarsi, pochi prodotti per l’igiene personale e nessun farmaco a disposizione, denunciano mancanza di acqua calda e docce inutilizzabili, spesso manca la corrente.

Chiediamo un riscontro alla Casa della Solidarietà ma Mimmo Zurlo, uno dei responsabili del Consorzio, ci dice che non rilasciano interviste perché lavorano per conto del Ministero dell’Interno. Contattiamo di nuovo la vice prefetto Bellantoni: “Abbiamo ricevuto i migranti e chiesto loro di scrivere una check list con segnalazioni e richieste, ci occuperemo di verificare punto per punto. C’è da ricordare che il Consorzio che ha vinto il nuovo appalto si è appena insediato e siamo dunque in una fase di assestamento. Ci tengo poi a precisare che periodicamente la struttura di Elmas è visitato da una commissione di operatori umanitari del progetto ‘Praesidium’ che verifica lo stato del centro e segnala eventuali disservizi: l’ultimo sopralluogo è di un mese fa e ha dato riscontro positivo”.

Francesca Mulas

 

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