Igea, blitz nel Sulcis. Due arresti, 62 indagati per peculato e voto di scambio

Dalle prime luci dell’alba è in corso nel Sulcis un’ampia operazione dei carabinieri della Compagnia di Iglesias con perquisizioni e arresti, anche eccellenti, nell’ambito dell’inchiesta “Geo&Geo“, scattata lo scorso anno, che vede al centro l’Igea, azienda in house della Regione Sardegna che ha il compito di gestire la messa in sicurezza delle aree minerarie.

Due arresti, 62 indagati. Le ordinanze sono tre. Rispettivamente Giovanni Battista Zurru (noto Bista), ex presidente, starà agli arresti domiciliari. Obbligo di dimora per la segretaria Daniela Tidu. Marco Tuveri, autista dell’Igea e sindacalista ora sospeso dall’attività, è stato invece destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ben 62 le persone indagate. Sono attualmente in corso perquisizioni negli uffici dell’Igea e nelle abitazioni degli indagati.  Leggi anche: Igea, voto di scambio in vista delle Regionali.

Le ipotesi di reato sono peculato, turbativa degli incanti, truffa e voto di scambio. Le indagini partite più di un anno fa sono coordinate dal procuratore Capo di Cagliari Mauro Mura e dal sostituto Marco Cocco e sono partite da alcune denunce ed esposti. In particolare dal blitz di agosto 2013, con sequestro di documenti, è emerso un quadro sconcertante nel quale una malagestione che ha determinato passivi milionari si coniuga con favoritismi personali a singoli dipendenti. Ci sarebbero state pure carriere fulminanti maturate all’ombra della protezione sindacale. Ed ecco una donna delle pulizie che diventa segretaria sia all’Igea che al parco geominerario. Ed ecco parti di siti minerari dismessi destinati a uso privato, anche come garage. Addirittura l’utilizzo e la vendita del gasolio aziendale. In tutto questo i sospetti di voto di scambio a favore in particolare dell’Unione di centro.

Oltre al capitale sociale, pare siano spariti pure i soldi del Fai, Fondo di assistenza interna. Si tratta di una sorta di fondo di mutua assistenza per prestiti e per il pagamento di prestazioni ai dipendenti. Ed è proprio dal prelievo mensile di una quota dagli stipendi che si costituisce il Fondo. Soldi importanti proprio ora che oltre 100 dipendenti, dei 270 in totale, sono pronti ad andare in mobilità e quindi a reclamare una parte delle competenze. E sono proprio i documenti relativi al Fondo che sono stati prelevati questa mattina dai carabinieri. Carte richieste dagli investigatori, e già preparate dagli uffici.

Poca sorpresa a Campo Pisano tra dipendenti e sindacalisti. Ugo Cocco, Rsu commenta così: “L’intervento era nell’aria. Solo questione di tempo, ed è arrivato”.

La bufera piombata sulla società in house della Regione arriva il giorno dopo la firma dell’accordo per la fuoriuscita di 104 esuberi, ma soprattutto a pochi giorni dalla fine della protesta delle 37 lavoratrici che hanno trascorso undici notti all’introduzione della miniera di Villamarina per chiedere lo sblocco degli stipendi e prospettive per l’azienda.

Le donne dell’Igea sono state infatti protagoniste dell’ultima protesta per gli stipendi arretrati sbloccati con l’ultimo stanziamento della Regione.

SEGUONO AGGIORNAMENTI

Ha collaborato Carlo Martinelli

 

 

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