I sindaci della Barbagia: “Il futuro non passa per Ottana Energia”

Il futuro di Ottana non passa per la vecchia e obsoleta centrale di Ottana Energia né per la tanto invocata essenzialità per gli impianti di Paolo Clivati”. È una presa di posizione netta quella espressa dai primi cittadini di Olzai (Ester Satta), Sarule (Mariangela Barca), Gavoi (Giovanni Cugusi), Desulo (Gian Luigi Littarru) e Ollollai (Efisio Arbau). I sindaci non risparmiano, poi, un affondo verso “coloro che, in nome della difesa del lavoro e dei lavoratori, ripropongono con forza un modello di sviluppo fallimentare che ha dimostrato una totale inconsistenza di prospettive, utile solo per garantire lo stipendio ad una classe dirigente parassitaria”. L’attacco è solo apparentemente velato: è, infatti, evidente, il riferimento a sindacati, Confindustria e classe politica, “incapaci, in tutti questi anni, di proporre per il centro Sardegna un progetto di sviluppo capace di rilanciare il territorio”.

Non solo attacchi, in ogni caso: i sindaci offrono anche un’exit strategy ai lavoratori della centrale che da qualche tempo si battono contro Terna, la società che gestisce la rete elettrica da cui dipende la concessione del regime di essenzialità non riconosciuto agli impianti di Clivati: “Occorre procedere al risanamento e alla riqualificazione ambientale del sito industriale, con l’impiego immediato dei lavoratori che perdono il lavoro dalla centrale, a favore di una politica orientata verso uno sviluppo sostenibile che possa ridare dignità al territorio e ai lavoratori e a tutta la popolazione del centro Sardegna”. Insomma, i sindaci auspicano un cambio di rotta. Ma una parte dei lavoratori della centrale chiede che all’impianto vengano riattribuito il ruolo di stabilizzare eventuali cali di tensione della rete elettrica sarda. Se così fosse, nelle casse di Ottana Energia entrerebbero alcune decine di milioni di euro per accendere le caldaie all’occorrenza.

A proposito della mancata concessione dello speciale regime, sindacati, Confindustria e politici parlano un attentato alle attività industriali del centro Sardegna. In primis, un attacco per la produzione di Ottana Polimeri (sempre di Clivati). Ma la fabbrica del pet è ferma da circa due anni, nonostante il riconoscimento dell’essenzialità a Ottana Energia nel 2014 e nel 2015.

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Ecco perché, per i cinque sindaci barbaricini, “la storia industriale di Ottana – a partire dalla chiusura dell’Enichem per arrivare allo scandalo dei contratti d’area – sembra non aver insegnato niente”. “Ancora una volta – continuano i sindaci –  si fa leva sulla disperazione dei lavoratori per far passare come rivendicazioni di un territorio la difesa degli interessi dei “prenditori” di turno. Ma il problema di Ottana non è l’essenzialità. Basti pensare che a pochi chilometri ci sono centrali di produzione di energia pulita e rinnovabile”. Insomma, le parole dei cinque sindaci suonano come un duro atto d’accusa verso chi intende procrastinare un presente fallimentare. E, allo stesso tempo, come un invito a riflettere sulle reali potenzialità del centro-Sardegna.

P. L.

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