I lavoratori del Lirico di Cagliari a Roma contro la legge sui finanziamenti

Ci saranno anche i lavoratori della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari oggi a Roma per la manifestazione contro la nuova legge che riguarda le misure finanziarie per gli enti territoriali e il territorio: una delegazione isolana ha infatti aderito al Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche (Cnfls) che chiede modifiche alla legge 160 del 2016 e in particolare l’articolo 24 che riguarda le attività culturali.

I lavoratori che hanno aderito alla protesta arrivano da tutta Italia: ci saranno rappresentanti dal Teatro dell’Opera di Roma,  dal Teatro Regio di Torino, dal Carlo Felice di Genova, dall’Arena di Verona, dalla Fenice di Venezia, dal Verdi di Trieste, dal Comunale di Bologna, dal Maggio fiorentino musicale, dal San Carlo di Napoli, dal Petruzzelli di Bari, dal Massimo di Palermo e da Cagliari.

L’appuntamento è alle 10 in piazza di Montecitorio, dove si svolgerà un presidio musicale di protesta che terminerà alle 14. “Il 23 febbraio scorso è stato approvato in via definitiva alla Camera il Decreto Milleproroghe – spiega Massimiliano Ceccalotti, portavoce del Lirico di Cagliari – che conteneva una serie di emendamenti di modifica alla legge 160: tutti gli emendamenti sono stati cassati, un chiaro segnale da parte di questo Governo nel proseguire la sua strada senza ascoltare i lavoratori. La stessa legge è stata approvata nell’agosto 2016 con voto di fiducia. Il nostro obiettivo è chiedere l’abrogazione dell’articolo 24 della legge 160/2016 che prevede la precarizzazione dei lavoratori delle fondazioni, il declassamento delle stesse, la chiusura temporanea dell’attività con riduzione della programmazione, in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione. Chiediamo poi l‘adeguamento degli investimenti per la cultura ai livelli europei (attualmente l’Italia è penultima tra i paesi dell’Unione europea), il riconoscimento della Musica e della Danza come beni fondamentali per la collettività in virtù della loro funzione sociale e civile (come già prevede l’articolo 1 della legge 800/67) e una maggiore fruibilità dell’offerta musicale per le fasce deboli della popolazione. Auspichiamo, infine, un‘inversione di tendenza contro l’attuale deriva privatistica in ambito culturale”.

Il Comitato nazionale sta inoltre lavorando ad una proposta di legge del settore che verrà presentata nelle prossime settimane.

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