I Giganti al Quirinale? L’Isola dice no

I Giganti di Mont’e Prama al Quirinale di Roma? E’ la speranza di Francesca Barracciu, sottosegretario di Stato del Ministero Beni Culturali: pochi giorni fa l’esponente del Pd isolano in visita agli scavi archeologici di Cabras ha annunciato che una delle sculture potrebbe presto prendere il volo ed essere esposta nel sontuoso palazzo romano.

La notizia però non è stata confermata dai diretti interessati. Non risponde Maria Assunta Lorrai, a capo della Direzione Regionale per i beni culturali della Sardegna: un eventuale trasloco delle sculture nuragiche dovrebbe avere la sua autorizzazione, come prevede la legge italiana oggi in vigore. Impossibile avere un commento da un altro addetto ai lavori, l’archeologo della Soprintendenza di Cagliari e Oristano Alessandro Usai, impegnato in questi mesi a dirigere i nuovi scavi sulla collinetta di Mont’e Prama.

Cerchiamo di conoscere i dettagli dell’operazione Giganti al Quirinale dalla fonte primaria, Francesca Barracciu: dopo l’annuncio dato a Cabras davanti a giornalisti e telecamere, il sottosegretario alla Cultura preferisce non rispondere alla richiesta di ulteriori informazioni.

E le domande rimangono tante: sarà un’esposizione temporanea o un trasloco definitivo? Una statua intera o un suo frammento? I turisti romani vedranno un arciere, un pugilatore, un guerriero? Sarà scelto tra quelli esposti a Cabras o a Cagliari? La notizia è ancora nebulosa, quel che è certo, secondo l’annuncio della Barracciu, è che i turisti di tutto il mondo in transito nella capitale, tra un selfie al Colosseo e una visita ai Musei Vaticani avranno a portata di mano uno dei celebri Giganti senza scomodarsi ad attraversare il Tirreno. Un pezzo di Sardegna in mostra nella vetrina più grande del turismo in Italia, dove tutti potranno apprezzare la maestria degli scultori nuragici e magari un giorno programmare una visita nell’isola per conoscere il resto della storia.

Stessa cosa a Milano, dove una fedele copia dei Giganti avrà uno spazio all’Expò 2015 nel padiglione Italia. L’annuncio della Barracciu non ha però riscosso il successo sperato in Sardegna: più che una strategia promozionale per turismo e cultura isolani, esportare i Giganti sarebbe per molti solo un costoso e inopportuno omaggio alla Capitale. Una bocciatura quasi unanime da tutta l’isola: si sente dire che i contesti archeologici non andrebbero smembrati, che le statue dopo un restauro lungo quarant’anni sono troppo fragili per essere spostate, che la promozione della cultura sarda dovrebbe passare per altre vie.

“Ridicolo e imbarazzate pensare che per valorizzare il proprio patrimonio questo debba essere smembrato e portato al Quirinale – commenta Simone Maulu, portavoce di Irs – Al contrario pensiamo che dovremmo attrarre i turisti in Sardegna per visitare i nostri musei e i nostri siti. Proponiamo che venga pensato un piano di valorizzazione dei siti archeologici (già scavati) ad oggi ritenuti più importanti, che vengano dotati di servizi e resi fruibili ai cittadini e che venga stilato un piano di promozione turistica di tali siti, che ad oggi è pressoché inesistente. Questo non può essere fatto senza coinvolgere gli archeologi, l’università, la Soprintendenza gli operatori turistici e tutte le persone che operano nel settore. E’ paradossale che in una terra come la Sardegna, ricchissima di un grande patrimonio archeologico e culturale, i giovani archeologi siano disoccupati”.

 “I Giganti di Monte Prama non si toccano. Devono stare a casa loro, nel Sinis, e da nessuna altra parte. Devono restare uniti e nessuno li deve dividere – ha commentato il deputato di Unidos Mauro Pili– questa proposta estemporanea e grottesca di portare i giganti di Monte Prama, fosse anche solo uno, al Quirinale, è un’offesa al Popolo sardo e all’accademico dei Lincei Giovanni Lilliu che si era sempre dichiarato contrario a qualsiasi tipo di separazione dei Giganti”. Pili ha lanciato una campagna di sensibilizzazione su web con il tag #sosgigantesnonsitoccano.

Ivo Murgia, studioso di lingua e cultura sarda, propone provocatoriamente uno scambio: “Va bene, arrendiamoci e accettiamo allora la teoria della maggiore visibilità. E però dobbiamo pretendere una contropartita: all’Italia vada un gigante di Mont’e Prama, con magari a corredo qualche blocco de Su Nuraxi de Barùmini, che fa tanto ‘Sardegna’, ma almeno che si mandi in Sardegna un pezzo di Colosseo o qualche anello della Torre di Pisa, in cambio. In fondo d’estate la Sardegna pullula di turisti, sono migliaia, e si potrebbe far sapere loro che al di là del mare, in terraferma, ci sono città molto interessanti, che presentano monumenti come quelli che potrebbero vedere in anteprima in Sardegna. E così dopo aver fatto un bel bagno nelle limpide acque sarde, potrebbero anche pensare di farci un saltino, per godere di quel patrimonio culturale. Ci sembra uno scambio equo e ragionevole, vantaggioso per tutti, a voi un gigante e a noi un pezzo di Colosseo o della Torre di Pisa, fate voi“.

Francesca Mulas

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