Un giovanissimo ‘Cicerone’ che parla sardo e affascina visitatori e turisti. Filippo Cadoni, cagliaritano di 13 anni, studente di terza media dell’Alfieri (nella foto Ansa), ha catturato l’attenzione di decine di visitatori, anche stranieri, in occasione di Monumenti Aperti, al via da ieri nell’Isola.
Alla sua classe è spettato il compito di illustrare storia e architettura del Colombario sociale del Cimitero Monumentale di Bonaria, luogo di sepoltura dei reduci sardi delle guerre risorgimentali, le “patrie battaglie”. Un racconto quadrilingue fatto assieme ai suoi compagni in italiano, inglese e francese. Filippo, spinto dalla docente di tecnologia Rina Pinna, ha scelto di esprimersi in sardo, nella variante campidanese. Ed è stato un successo. In tanti, rapiti dalla magia del racconto e dal suono della lingua hanno chiesto anche di poter avere la relazione in sardo da portarsi a casa come ricordo di questa esperienza.
“Sono orgoglioso e contento di aver dato il mio contributo a Monumenti Aperti in sardo, la lingua della mia terra – dice all’Ansa Filippo – in casa, a scuola, con gli amici si parla italiano, ma è importante tenere viva la lingua dei miei genitori e dei miei nonni”. La relazione di Filippo ha richiesto un particolare impegno. “Per la pronuncia mi sono esercitato con i miei genitori – spiega – e le insegnanti Rina Pinna, di Tecnologia, sempre attenta a valorizzare la Sardegna in classe, e Marcella Zoncheddu, di Lettere, mi hanno dato una grossa mano e incoraggiato”.
Piglio sicuro, sostenuto da compagni e docenti Filippo ha illustrato il luogo che custodisce le tombe di personaggi come il generale del corpo dei Cavalleggeri di Sardegna, Luigi Castelli, a cui è dedicato il monumento centrale, il garibaldino Efisio Gramignano, il giurista e storico Pasquale Cugia, Felice Mathieu, patriota dell’indipendenza e esponente di spicco della Giunta Bacaredda. E il pronipote Edoardo Mathieu, ha avuto l’idea accolta dagli organizzatori di Monumenti Aperti di aprire il sacrario, importante sito sconosciuto ai più, al pubblico.
“Proprio dal luogo che rievoca l’Unità d’Italia, dall’epoca in cui fu imposto l’uso dell’italiano i sardi si riappropriano della loro lingua con una iniziativa che ci auguriamo possa fare da apripista”, spiega Rina Pinna, la docente che nel 2013 fece esporre ad un alunno l’esame di terza media in sardo. “È importante dal punto di vista identitario, culturale e anche come attrattore turistico – aggiunge Marcella Zoncheddu – utilizzare la lingua sarda in tutti i contesti”.