Lavoratori della grande distribuzione in piazza anche a Cagliari nell’ambito di due giornate di sciopero nazionale: dalle 9 di questa mattina si sono radunati in piazza Yenne per protestare contro le associazioni Federdistribuzione, Confesercenti e Cooperazione per il mancato rinnovo del contratto.
Il settore occupa nell’isola circa cinquemila lavoratori, impiegati nei grandi centri Auchan, IperPan, Oviesse, Metro e altri. Protestano oggi contro le richieste, considerate inaccettabili per i sindacati Filcams Fisascat e Uiltucts, di un aumento salariale di 85 euro lordi programmato solo dal 2016, negando ogni aumento per gli anni 2014 e 2105. Oltre a questo, Federdistribuzione, Confesercenti e Cooperazione vorrebbero cancellare gli scatti d’anzianità, non conteggiare tredicesima e quattordicesima sul Tfr, eliminare dei parte dei permessi retribuiti, distribuire le ore di lavoro nei periodi di maggiore afflusso per poi recupere in quelli di calma.
“Una perdita per i lavoratori di circa mille euro all’anno – sottolinea Simona Fanzecco in rappresentanza di Filcams – praticamente un mese di stipendio, una ricaduta grave che pesa sulle spalle degli impiegati del settore”. Secondo i sindacati il lavoro dentro i grandi centri di distribuzione distribuiti in tutta Italia e in Sardegna si è da tempo avviato verso la precarizzazione: lavoro straordinario trasformato in ordinario, richieste di flessibilità a cui non corrisponde equa retribuzione, mancato supporto per le famiglie che non riescono più a conciliare la vita lavorativa con le esigenze familiari. “Le aziende abbattono i costi di mantenimento delle strutture facendo ricadere i sacrifici sui lavoratori – proseguono dai sindacati – non dimentichiamo che le spese dei consumatori, a fronte di un’apertura dei negozi continuata, non sono aumentate, sono semplicemente distribuite su tutti i giorni della settimana”.
Per le categorie le proposte elaborate non possono essere la base di una trattativa ma rappresentano un tentativo palese e provocatorio di cancellare il contratto collettivo nazionale, destrutturando tutto, dagli orari di lavoro fino agli aumenti salariali. Non a caso, nel corso del confronto, le associazioni datoriali si sono rifiutate di prendere in considerazione la piattaforma rivendicativa presentata da Filcams, Fisascat e Uiltucs. Da qui la decisione della mobilitazione e dei primi due scioperi che hanno compattato le organizzazioni su un unico fronte.
La prossima giornata di mobilitazione nazionale è in programma per il 19 novembre.
PHOTOGALLERY A CURA DI ROBERTO PILI