Gip su Fluorsid: “Illecitamente smaltita anche una sostanza mortale”

Fluorsilicato, cloruro, criolite sintetica granulare e amianto: sono queste le sostanze tossico-nocive, di cui la prima mortale, lavorate alla Fluorsid.

C’è anche il fluorsilicato, “una sostanza mortale”, nell’elenco delle “sostanze tossico-nocive” lavorate nell’azienda Fluorsid di Tommaso Giulini e i cui rifiuti industriali venivano smaltiti con “modalità illecite”, ha scritto il gip Cristina Ornano, precisando che l’obiettivo di tale “prassi consolidata era quello di massimizzare il profitto”. Stando al giudice per le indagini preliminare, si tratta di “gravi indizi di colpevolezza” che vanno a comporre un quadro accusatorio in cui “le misure di mitigazione ambientale” venivano “dolosamente” eluse perché ciò “avrebbe comportato maggiori costi” e, parallelamente, “fermare la produzione” si sarebbe tradotto “in una sua minore qualità”. In carcere sono finiti i vertici della Fluorsid: il direttore dello stabilimento Michele Lavanga, il responsabile della sicurezza Sandro Cossu e quello della produzione Alessio Farci. Arrestati anche Marcello Pitzalis, dipendente di una ditta esterna, e Simone Nonnis, ex lavoratore della stessa impresa, il cui titolare Armando Bollani è ai domiciliari come Giancarlo Lecis, funzionario tecnico della Fluorsid. Indagato Fabrizio Caschili, direttore tecnico della spa. L’inchiesta è in mano al pm Marco Cocco.

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Sul fluorsilicato il Gip ha scritto. “È una sostanza pericolosa, la cui indigestione prova la morte. Non va inalata e a contatto con pelle e occhi è fortemente irritante. Essa, inoltre, è tossica per la vegetazione. Bisogna stoccarla al coperto e in zone ventilate utilizzando contenitori chiusi che, dopo l’uso, devono essere bonificati”. Il Gip aggiunge: “Ci sono allora davvero poche parole per commentare la gravità di quanto appena descritto, giacché il fluorsilicato o residui delle sue lavorazioni erano smaltiti mediante loro interramento in qualche buca scavata scavata nel suolo, in qualcuno dei fondi cui Fluorsid si era assicurata la disponibilità, direttamente o tramite Bollani”.

Un’altra sostanza tossico-nociva di cui si parla nell’ordinanza è il cloruro, “avente tossicità acuta e irritante – si legge nell’ordinanza – e di cui è vietata la dispersione nell’ambiente”. C’è un episodio specifico, oggetto anche di un’intercettazione telefonica (leggi qui), in cui “la dispersione del cloruro” diventa un caso di cui si discute in azienda. Con tanto di filmato che fa andare su tutte le furie il direttore dello stabilimento, Michele Lavanga, il quale urla di farlo “sparire immediatamente”.

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Il Gip ha scritto ancora: “La Fluorsid è produttore di criolite sintetica granulare attraverso la reazione di acido fluoridico e di allumina idrata. Si tratta di una sostanza tossica, nociva e pericolosa per la salute umana e per l’ambiente, in quanto produce tossicità acuta in caso di inalazione e tossicità cronica per l’ambiente acquatico. I residui devono essere considerati rifiuti speciali e come tali smaltiti”. Il Gip prosegue cosi: “Orbene, a fronte di tale elevata tossicità della sostanza  e dei suoi residui, risulta che Alessio Farci – l’ingegnere responsabile della produzione – aveva organizzato una lavorazione di criolite all’aperto”.

Attraverso i monitoraggi fatti in due anni di indagini dal Nucleo investigativo Nipaf del Corpo forestale, guidato dal commissario Fabrizio Madeddu, sono stati scoperte anche tonnellate di amianto. Lo si legge sempre nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari: “L’eternit illecitamente smaltito è probabile che fosse costituito da quella massa di 13.500 metri quadrati di lastre”, di cui si parla in una conversazione telefonica tra operai delle ditte esterne e intercettata dalla Procura di Cagliari.

Ancora dall’ordinanza: “La miscelazione di rifiuti – ha scritto il gip Cristina Ornano – costituisce, come noto, una forma vietata di smaltimento. Da diverse intercettazioni, invece, emerge come essa fosse una pratica consueta nello smaltimento della Fluorsid. Molteplici elementi paiono indicare come uno dei luoghi deputati fosse un bacino naturale che era stato letteralmente prosciugato per effetto dei reiterati conferimenti di rifiuti della più varia natura e che erano presenti in Fluorsid e di cui l’azienda doveva disfarsi”. Sul punto alcuni dipendenti delle ditte esterne che lavorano per Fluorsid e intercettati dalla Procura parlano di una cava a Monastir. Si aggiungano i valori di alluminio superiori ai limiti consentiti dalla legge per 3.745 volte; quelli dei fluoruri sopra la soglia consentita per 1.154 volte, mentre i solfati per 51 volte.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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