Gallura cosmopolita, la provincia dove gli immigrati frenano lo spopolamento

È la Gallura il territorio sardo dove si conta il maggior numero di cittadini stranieri residenti: nei ventisei Comuni dell’ex provincia di Olbia-Tempio vivono in 12.011 su una popolazione di 160.672 abitanti. Ciò che vale il 7,48 per cento, oltre il doppio della media regionale ferma al 3,50. Fanalino di coda il Medio Campidano, la zona meno cosmopolita con l’1,43 per cento di stranieri: in numeri assoluti sono 1.412 a fronte di 98.623 residenti.

È un dato che si presta a molti spunti di analisi, quello sulla presenza degli immigrati nell’Isola, col quale Sardinia Post porta avanti l’approfondimento in cinque puntate (questa è la terza) dedicato allo spopolamento e la Gallura diventa il fenomeno demografico dell’Isola. Nel reportage del 30 dicembre, coi numeri elaboratori dal centro studi Crei delle Acli, abbiamo messo sotto la lente il calo diffuso di popolazione, segnato da una perdita di oltre 400 abitanti al mese (leggi qui). Il giorno successivo sono state spiegate le ragioni: in Sardegna nascono troppi pochi bambini rispetto al numero dei morti e si tratta di un trend non compensato dai nuovi residenti stranieri perché, parallelamente, tanti sardi emigrano (leggi qui). Ma in Gallura succede l’esatto contrario.

L’ex provincia di Olbia-Tempio non solo è l’unica dove la popolazione aumenta, ma l’immigrazione si è convertita in un vero e proprio freno allo spopolamento. Il primo elemento che lo dimostra è contenuto proprio nei numeri secchi arrivati dalle anagrafi comunali: nel 2016 i residenti sono cresciuti dello 0,19 per cento, pari a 304 unità, a fronte del -0,30 per cento di media regionale. Questo succede innanzitutto perché c’è un basso saldo naturale (differenza tra nati e morti). Il più basso di tutta la Sardegna, pari allo 0,09 per cento (-143 unità), tanto che in Gallura l’incidenza dei decessi sulle nascite si ferma al 111,7 per cento contro il 153,3 di media regionale. Nell’Oristanese si arriva addirittura al 195,2 per cento, nel Medio Campidano al 185,8. A seguire: Sulcis 178,6; Nuorese 175,2; Sassarese 166,3. Sotto la media sarda solo l’Ogliastra al 144,6 e l’ex provincia di Cagliari al 134,4.

Per spiegare il fenomeno Gallura serve poi incrociare i numeri del saldo migratorio (differenza tra iscrizioni e cancellazioni nelle anagrafi): nell’ex provincia di Olbia-Tempio si attesta sullo 0,28 per cento (+447 residenti) e risulta essere il più alto di tutta l’Isola. Vuol dire che l’immigrazione, anche quella interna, cioè con persone che arrivano dal resto della Sardegna, è maggiore rispetto all’emigrazione. Di qui, appunto, un contesto demografico che non ha uguali per composizione ed effetti.

Il totale regionale degli stranieri nel 2016 è stato di 50.346 persone, in crescita di 2.921 unità rispetto al 2015, pari a un aumento 5,8 per cento. E se la Gallura fa registrare percentualmente il valore più grande (7,48) e il Medio Campidano quello più piccolo (1,43), in ordine decrescente ci sono: Cagliari 2,97; Sassari 2,92; Nuoro 2,73; Oristano 1,96; Ogliastra 1,96; Sulcis 1,60. Con questi numeri, l’ex provincia di Olbia-Tempio innanzitutto sposta da sola l’incidenza della presenze straniere sulla popolazione sarda che, diversamente, sarebbe al 2,22 per cento contro l’attuale 3,50. Non solo: la Gallura è l’unico territorio isolano che si avvicina alla media nazionale dell’8,3 per cento, la quale a sua volta è frutto del 10,6 del Centro-Nord e del 4 per cento del Sud Italia.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

[Foto da IlCaffèTv]

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