Finalmente libero: Gabriele Del Grande, il documentarista toscano recluso da due settimane nelle carceri turche, è stato rilasciato questa mattina. L’annuncio è stato dato via Twitter dal Ministro degli Esteri Angelino Alfano: “Gli ho parlato adesso, sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo. Questa notte il collega ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu mi ha comunicato la decisione. Lo ringrazio”.
Del Grande è già in Italia: è arrivato all’aeroporto di Bologna con un volo da Istanbul alle 10.15, presto potrà riabbracciare la famiglia, la moglie Alexandra e le due figlie. Nei 14 giorni di reclusione, trascorsi senza aver ricevuto nessuna accusa formale come hanno più volte ricordato i suoi legali, ha potuto telefonare a casa solo due volte, raccontando di essere stato fermato in territorio turco nella regione di Hatay mentre svolgeva alcune ricerche per il suo nuovo libro.
È tanta la gioia anche in Sardegna, dove nei giorni scorsi diversi cittadini, associazioni, movimenti e cooperative si erano mobilitati per condividere il sostegno a Gabriele Del Grande. Sabato, all’incontro ‘Free Gabriele – Cagliari si mobilita’ organizzato nel capoluogo dalla rete Centro di Quartiere La bottega dei Sogni in piazza Savoia, c’erano oltre cento persone. Alcune hanno condiviso anche ricordi personali: Del Grande è stato più volte ospite nell’Isola per raccontare il suo lavoro di documentazione sul tema dei migranti e dei diritti umani, ha partecipato alle Giornate del rifugiato della rete Sprar della Provincia di Cagliari ed è stato presente a diversi eventi per presentare i suoi libri e il suo film documentario ‘Io sto con la sposa’. “Oggi è un giorno di festa e siamo felici per la liberazione di Gabriele – ha sottolineato Roberto Loddo, coordinatore della rete – Una notizia che ci riempie di gioia in questa vigilia del 25 aprile. Ci auguriamo che questo grande movimento di sostegno possa mantenere lo stesso impegno e la stessa sensibilità nei confronti di tutte le persone detenute vittime dei regimi che violano i diritti umani negando libertà e giustizia”
Francesca Mulas