Furti e droga nel tribunale di Sassari, in carcere anche due autisti della Procura

Con una tecnica collaudata, un dipendente della Procura di Sassari sottraeva modiche quantità di cocaina dalle stanze dell’ufficio Corpi di reato e ne curava la vendita assieme a un collega e ad altri tre complici. È questa la ricostruzione fatta dagli inquirenti sul caso che oggi ha fatto scattare cinque ordinanze di custodia cautelare: le hanno eseguite i carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale di Sassari, supportati dalle compagnie di Sassari, Alghero, Tempio e Porto Torres.

Le persone arrestate sono Mauro Nicola Cuccuru, 56 anni, di Sassari, autista e addetto all’ufficio Corpi di reato del Tribunale; Danilo Martini, 54, sassarese, autista della Procura; Angelo Antonio Oggiano, 49, disoccupato di Badesi; Fabrizio Giovanni Fois, 50, di Ploaghe; Antonio Salvatore Marinelli, 41, di Alghero, tecnico informatico e barista. I primi due sono stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare nel carcere sassarese di Bancali, dove già si trovano per essere stati colti in flagranza di reato l’8 marzo scorso, in quanto in possesso di un chilo di cocaina sottratto dal caveau del tribunale. In carcere sono finiti anche Oggiano e Fois, mentre Marinelli è ai domiciliari.

Cuccuru e Martini sono accusati di spaccio di sostanze stupefacenti, peculato e truffa aggravata per aver falsamente attestato la propria presenza al lavoro. Le indagini hanno accertato che i due avevano accesso alle stanze dove viene custodita la droga da distruggere. Nel corso dell’attività investigativa sul conto di Oggiano e Fois sono emersi anche altri elementi per cui, oltre allo spaccio, il primo è accusato di estorsione verso un albergatore e un ristoratore sassaresi, dai quali era riuscito con la coercizione a farsi dare 500 euro. Entrambi sono poi accusati del tentativo di furto e incendio a scopo di vendetta in una abitazione. Marinelli è accusato di spaccio e ricettazione: oltre alla droga avrebbe rivenduto anche un coltello sottratto sempre dall’ufficio Corpi di reato.

L’indagine, coordinata dal pm Giovanni Porcheddu e seguita dal procuratore Gianni Caria, era scaturita dalle segnalazioni fatte dal tribunale in seguito alle sparizioni. I due dipendenti erano stati bloccati in flagranza di reato, ma le indagini hanno portato i carabinieri ad addebitare loro altri ammanchi.

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