Funerale fascista a Sassari: 23 indagati

Tutti i partecipanti al saluto romano al funerale del docente universitario Giampiero Todini, il 2 settembre a Sassari, risultano indagati dalla Procura sassarese. Ne dà notizia oggi il quotidiano La Nuova Sardegna. Si tratta di 23 persone, identificate dalla Digos grazie ai video girati all’esterno della chiesa (guarda qui). Secondo quanto scrive il quotidiano sardo sarebbe solo l’inizio in quanto l’indagine della Procura di Sassari prosegue e potrebbe allargarsi. In Procura c’è un fascicolo aperto e ci sono ipotesi di reato per i funerali dell’assistente ordinario di Storia del diritto italiano all’Università di Sassari. Tra gli indagati anche il figlio del defunto, Luigi Todini, esponente di Casapound. Era stato lui a rilanciare su Facebook le immagini della commemorazione, poi diffuse con ampie critiche anche da Lalla Careddu (consigliera comunale Città futura). La consigliera aveva poi presentato un esposto in questura ed era stata censurata dal social network.

L’ipotesi di reato è partecipazione a manifestazioni fasciste. Un reato previsto dall’articolo 5 della legge Scelba del 1952, che recita: “Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni”. Su questa ipotesi lavorano il capo della Procura, Gianni Caria, e il sostituto Paolo Piras, sulla base di due informative della Digos di Sassari, già depositate agli atti, contenenti una serie di verifiche effettuate subito dopo la conclusione delle esequie del professor Todini.

“Sono sereno, non ho ancora ricevuto nessuna notifica di atti dalla Procura ma penso che dopo gli esposti (oltre a quello di Careddu ne sono stati presentati due, uno dal senatore Ettore Licheri (M5s), ndr) e il clamore mediatico che la vicenda ha avuto a livello nazionale, l’apertura di un fascicolo di indagine sia un atto dovuto – dice all’ANSA Luigi Todini – Ho fiducia nella magistratura anche perché ritengo di non aver commesso alcun reato. Come ha stabilito una recente sentenza della Cassazione – sottolinea – il saluto romano fatto come commemorazione funebre non è reato”. Il figlio del docente ha già spiegato di aver organizzato le esequie in stile mussoliniano per esaudire l’ultimo nostalgico desiderio del padre.

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