Funerale fascista, il figlio di Todini: “Non è stato commesso alcun reato”

“È un omaggio funebre che ho voluto fare io per rispettare un’espressa volontà di mio padre, mi assumo tutta la responsabilità ma sono sicuro che, al di là del vespaio di polemiche, non ci saranno altre conseguenze perché non è stato commesso alcun reato”. Così all’Ansa Luigi Todini, 43 anni, figlio del professor Giampiero Todini, il docente di Storia del diritto italiano scomparso il 1° settembre e il cui feretro è stato accolto domenica sul sagrato della chiesa di San Giuseppe a Sassari da una formazione militaresca che per tre volte ha fatto il saluto romano e ha urlato “presente” per rispondere al richiamo “Camerata Giampiero Todini”. Al padre il 43enne aveva dedicato anche un post pubblicato il giorno della scomparsa (leggi qui). Alle Politiche del 4 marzo scorso Todini, giornalista pubblicista, era candidato in Sardegna nella lista di CasaPound, nel collegio plurinominale unico del Senato.

“Mi aspettavo le polemiche, ma immaginavo che rimanessero in ambito territoriale, non immaginavo tutto questo can-can che si sgonfierà in una bolla di sapone”, prosegue Todini ricordando che “c’è una sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2018 che dice che il gesto del saluto romano è consentito in occasioni come le commemorazioni funebri e quella di domenica non era certo una manifestazione politica”.

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Quanto accaduto a Sassari è stato filmato e postato sulla propria pagina Facebook dallo stesso Luigi Todini. Poi il caso è stato sollevato dalla consigliera comunale Lalla Careddu che, in segno di indignazione, ha rilanciato il video sul social network. Secondo il figlio del professore scomparso “rientra nella visione politica e ideale di mio padre e mia, ma nessuno vuole sovvertire l’ordine democratico”. L’ultima riflessione di Luigi Todini è per “tutti i morti, per i quali ho sempre avuto massimo rispetto. Se morisse un comunista e i suoi compagni volessero salutarlo con le bandiere rosse e il pugno alzato, non troverei nulla di strano – conclude – perciò non capisco l’accanimento sebbene comprenda che si sia trattato di una scelta inusuale, mai fatta prima da nessuno a Sassari, ma non c’è da preoccuparsi”.

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