Fondi ai gruppi, indagata anche la Lombardo

Claudia Lombardo figura nella lista degli indagati per il presunto peculato tra il 2004 e 2009. Sarebbero una trentina i nuovi avvisi di garanzia.

Non dieci indagati, come sembrava ieri, ma una trentina. È nuovo tsunami giudiziario sul Consiglio regionale e la gestione dei fondi ai gruppi nella XIII legislatura (2004-2009). Uno degli avvisi di garanzia per peculato è stato spedito a Claudia Lombardo: il nome della presidente uscente, finita un mese fa al centro delle polemiche per il vitalizio da 5.100 euro a 41 anni, era circolato ieri notte. Contattata al telefono, la Lombardo non aveva risposto. Oggi la certezza: l’azzurra è nella lista dei nuovi indagati, scrive L’Unione Sarda in edicola. In quegli anni, La Lombardo era vicepresidente dell’Aula guidata da Giacomo Spissu, già sotto inchiesta insieme ad altri 33 democratici (allora Ds, Margherita e Progetto Sardegna). Da ieri sono sicuri anche i nomi degli ex An Antonello Liori e Ignazio Artizzu, e di Attilio Dedoni (Riformatori).

Con la nuova pioggia di avvisi di garanzia, è praticamente l’intero Consiglio regionale a essere nel mirino della Procura di Cagliari per le presunte irregolarità nell’utilizzo dei fondi ai gruppi: una settantina di onorevoli su ottanta. Al momento restano fuori con certezza solo Paolo Maninchedda, ex Progetto Sardegna, sentito addirittura come teste dell’accusa nelle scorse settimane, e il forzista Pietro Pittalis che nella penultima legislatura, tra il 2009 e il 2014, ha rifiutato la Mont Blanc offertagli da Mario Diana.  Quanto alla Lombardo è al momento l’ex consigliera alla quale viene contestata la cifra più bassa in assoluto: 1.500 euro, relativi al 2005.

Diana sembrava inizialmente figurare nella lista dei nuovi indagati, in quota An, sempre per gli anni 2004-2009: ma adesso viene fuori che la Procura gli aveva già notificato l’avviso di garanzia a novembre 2013 anche per quel periodo. Sono invece una novità i nomi degli azzurri Mariano Contu e Fedele Sanciu. Ancora: i Riformatori sotto inchiesta sarebbero tre, e non il solo Dedoni. In giornata si attendono altre certezze.

A questo punto tramonta l’ipotesi accusatoria che sembrava prendere piede ieri, quando era emerso che i tre nuovi indagati – Liori, Artizzu e Dedoni – avessero in comune il fatto di essere stati o capigruppo o tesorieri. Ma con la trentina di annunciati avvisi di garanzia, la Procura dimostra di tenere la barra dritta sulle indagini a tutto campo, estese senza differenze alla quasi totalità dei consiglieri, a prescindere dal ruolo svolto all’interno di ogni singolo gruppo. Questa è la linea del pm Marco Cocco che ha in mano entrambe le inchieste sui fondi del Consiglio: la prima avviata nel 2009, e si già arrivati al processo; la seconda cominciata nel 2013.

Non solo: l’indagine si è ormai allargata a tutti i partiti della legislatura 2004-2009, come Ds, Margherita, Progetto Sardegna, Udc, Forza Italia, Riformatori, Idv, Fortza Paris, Sinistra Autonomista e Psd’Az. Manca solo Rifondazione. E chissà se gli ex del Prc sono compresi nell’elenco dei nuovi indagati o a loro, che avevano un regolamento interno sulla gestione dei fondi ai gruppi, è bastato quel metodo per restare fuori da ogni sospetto.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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