Fondi ai gruppi, Salis condannato a un anno e 8 mesi

Adriano Salis (Idv) è stato condannato a un anno e 8 mesi (pena sospesa) con interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo. Il consigliere è andato a processo per peculato nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi ai Gruppi del Consiglio regionale. La sentenza è stata appena emessa dal Gup del Tribunale di Cagliari Cristina Ornano. Salis non ha rilasciato dichiarazioni, il legale: “Aspettiamo di leggere la motivazione”.

La sentenza pronunciata oggi è la prima nell’ambito dell’inchiesta per peculato avviata nel 2009 seguita dal Pm Marco Cocco, in ragione del fatto che Salis aveva optato per il rito abbreviato. Il Pm aveva contestato all’esponente dell’Idv spese per un totale di 62.773 euro. Soldi che, secondo l’accusa, l’onorevole non aveva utilizzato per fare attività politica. Un impianto accusatorio riconosciuto oggi con la sentenza appena pronunciata.

Salis si era sempre giustificato affermando che quei fondi erano stati utilizzati per attività istituzionali e aveva portato in tribunale pezze giustificative per 74.000 euro. “Il mio semmai è un caso di peculato al contrario – ha detto Salis solo poche settimane fa a margine del processo – ero io a pagare la politica e non il contrario”.

Dopo la condanna, l’ex capogruppo dell’Idv rischia la sospensione di diritto dalla carica di consigliere. Il decreto legislativo Severino, infatti, dispone la sospensione per incandidabilità per tutti coloro che hanno subito una condanna non definitiva (articolo 8, comma 1, lettera a) per alcuni reati commessi da pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, tra i quali, appunto, il peculato, previsto dall’articolo 314 del codice penale.

La procedura per la sospensione, che risulta essere già stata avviata per i due consiglieri arrestati nelle scorse settimane, Mario Diana (ex capogruppo Pdl e ora Segd) e Carlo Sanjust (Pdl), prevede che i provvedimenti giudiziari vengano comunicati al prefetto del capoluogo della Regione che passa poi l’incartamento al presidente del Consiglio il quale, sentiti il ministro per gli Affari regionali e il ministro dell’Interno, adotta il provvedimento che verrà notificato al Consiglio regionale.

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