Fondi ai gruppi, 14 consiglieri regionali a processo: lunedì la sentenza

C’è attesa, negli ambienti politici sardi, per la sentenza di lunedì 20 febbraio sui fondi ai gruppi: sono imputati quattordici consiglieri regionali della legislatura 2004-2009.

C’è attesa, negli ambienti politici sardi, per la sentenza sui fondi ai gruppi nel processo che vede imputati quattordici consiglieri regionali della legislatura 2004-2009 (qui i nomi). Sono accusati di peculato e per tutti il pm Marco Cocco ha chiesto la condanna: deciderà, il 20 febbraio, il giudice Mauro Grandesso che a giugno è stato nominato dal Cms alla guida del tribunale di Cagliari e con l’appuntamento di lunedì chiude la presidenza della prima sezione penale.

I quattordici consiglieri regionali sono a processo dal 2009, in una storia ormai nota: l’anno precedente l’ex funzionaria Ornella Piredda aveva presentato un esposto in Procura denunciando irregolarità nella spesa dei fondi ai gruppi. Di qui l’accusa di peculato formulata dal pubblico ministero, inizialmente contro venti rappresentanti della massima assemblea sarda. Tre di loro, però, sono stati già condannati: Silvestro Ladu (Fortza Paris, sei anni), Beniamino Scarpa (Psd’Az, quattro anni e sei mesi) e Adriano Salis (Idv, un anno e otto mesi). Archiviate, invece, le posizioni di Peppino Balia (Sdi-Psi) e Renato Lai (ex Udeur), mentre Pino Giorico (Udeur) è deceduto nel 2014.

E se la Piredda è stata il teste chiave del processo, il sardista Giuseppe Atzeri, per il quale il pm ha chiesto sette anni di condanna, è diventato il grande accusato: la stessa Piredda, mesi prima di consegnare l’esposto, lo aveva denunciato per mobbing. La parte economica della causa, davanti al tribunale civile, si è conclusa; mentre sulle presunte vessazioni al lavoro, che costituiscono un reato penale, Atzeri è a giudizio sempre in questo processo.

L’udienza di lunedì comincerà alle 10. E si attende un pubblico da grandi occasioni, come già è accaduto ad aprile a a maggio, in occasione delle arringhe del pm. Il quale disse che “l’Assemblea regionale considerava insindacabile la propria attività” ed era “un sistema a tenuta stagna“. In quasi otto anni di processo, sulle presunte spese pazza è emerso di tutto, sia nei giudizi che si sono già conclusi sia nelle udienze che hanno visto imputati i quattordici consiglieri regionali: i fondi ai gruppi sono stati utilizzati per saldare il conto dal meccanico, per acquistare auto o pagare cene e viaggi. Soprattutto i banchetti e le vacanze risultano essere voci ricorrenti nelle cosiddette pezze giustificative prodotte dalle difese.

Sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale c’è anche una seconda inchiesta, ancora in mano al pm Marco Cocco: riguarda sempre la legislatura 2004-2009 e sotto la lente sono finiti il Pd, An e Riformatori. Per quattro esponenti democratici – Giuseppe Luigi Cucca, Marco Espa, Francesco Sanna ed Eliseo Secci – è già arrivata l’archiviazione, mentre la posizione di Francesca Barracciu è stata stralciata (il processo contro l’ex sottosegretaria alla Cultura è in corso). Esiste poi il filone del Pdl, relativo alla legislatura 2009-2014: è quello che ha portato agli arresti di Mario Diana, Carlo Sanjust e Sisinnio Piras, più l’ex Fortza Paris Eugenio Murgioni (leggi qui). Finora sono stati condannati Sanjust e Piras, mentre i processi degli altri due sono ancora in corso.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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