Fluorsid, Tommaso Giulini per quattro ore e mezzo davanti al Pm

Tommaso Giulini ha lasciato il Palazzo di giustizia di Cagliari alle 14,40, dopo quattro ore e mezza di colloquio col pm Marco Cocco che lo ha convocato nell’ambito dell’inchiesta Fluorid in qualità di persona informata dei fatti. Su quanto detto al pubblico ministero, è subito filtrato che l’industriale milanese ha risposto a tutte le domande. Poi lo stesso Giulini ha fatto una battuta all’uscita del Tribunale per smorzare la tensione: “Non mi ha chiesto di Rastelli, quindi sono tranquillo”, ha detto riferendosi al Pm.

Giulini, come noto, non ha ricevuto finora alcun avviso di garanzia. E al momento non sembra rischiare procedimenti in base al decreto legislativo 231 del 2001 che individua la responsabilità amministrativa del proprietario di un’impresa sui reati commessi dai propri dirigenti o dipendenti. Giulini controlla la Fluorsid di Macchiareddu sia attraverso l’omonima spa in cui detiene il 21,05 per cento del capitale, sia per mezzo della srl Fluorsid group che nella spa ha il 78,95 per cento delle quote e per il 90,65 è in mano allo stesso industriale.

All’uscita dal Palazzo di giustizia, il patron del Cagliari ha aggiunto: “Sono stato convocato dal pubblico ministero e penso di aver risposto a tutte le domande con la massima soddisfazione del Pm”.

Solo nei prossimi giorni si conoscerà la decisione del magistrato inquirente in merito alla posizione di Giulini nell’inchiesta. Prima di oggi, il patron della Fluorsid era intervenuto una sola volta, lo scorso 16 maggio, il giorno dei sette arresti. “Il giorno più triste dei mesi sedici anni da imprenditore“, scrisse in una nota. Le ordinanze di custodia cautelare venne firmate dal gip Cristiana Ornano, a conclusione di un anno e mezzo di indagini in mano al Nucleo Nipaf del Corpo forestale, ispettorato di Cagliari, guidato dal commissario Fabrizio Madeddu. Il quale era nell’ufficio del Pm per tutto il tempo in cui Giulini è stato sentito.

L’attenzione della Procura resta comunque concentrata sullo smaltimento dei rifiuti industriali, avvenuto secondo procedure illecite, risulta dal quadro accusatorio. La Fluorsid “inquinava per risparmiare“, è una delle certezze degli inquirenti. Ci sono poi le analisi sugli scarti finiti nelle discariche considerate abusive (leggi qui) e nella laguna di Santa Gilla: è stata accertata la presenza di arsenico, alluminio, ferro, manganese, berillio, cadmio, cobalto, nichel, piombo, selenio, fluoruri e solfati in quantità molto superiori alla soglia massima consentita per legge (qui tutti i dati).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

[Foto da Calcio e Finanza)

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