I dirigenti della Fluorsi, in carcere da lunedì, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A fare scena muta davanti al gip Cristina Ornano durante l’interrogatorio di garanzia sono stati Michele Lavanga, 54 anni, ingegnere, direttore dello stabilimento; Sandro Cossu, 58 anni, responsabile di Sicurezza e Ambiente; Alessio Farci, 45 anni, ingegnere, responsabile Fluorsid della Produzione, accusati di associazione a delinquere e disastro ambientale.
Intanto per Simone Nonnis, l’ex dipendente della Ineco arrestato lunedì, sono scattati i domiciliari. L’attenuazione della misura cautelare è stata chiesta dall’avvocato Alberto Ippolito dopo che Nonnis, mercoledì, ha risposto per nove ore alle domande del gip Cristina Ornano e del pm Marco Cocco, segnalando l’esistenza di nuove discariche. Analoga misura, con i domiciliari anziché la detenzione in carcere, è stata sollecitata da Luigi Serra, legale difensore di Marcello Pitzalis, il dipendente della Ineco che ha preso il posto di Nonnis come capocantiere. Anche Pitzalis ieri è stato sentito per ore dal pubblico ministero e dal giudice per le indagini preliminari. Si saprà domani se la richiesta della difesa verrà accolta. Proprio dopo gli interrogatori dei due è stata sequestrata la cava di Monastir, ultimo provvedimento disposto dalla Procura durante la serata di ieri.
Ai domiciliari ci sono sempre Armando Bollani, titolare della ditta Ineco, e Giancarlo Lecis, funzionario tecnico dello stabilimento Fluorsid di Macchiareddu, proprietà del patron del Cagliari calcio, Tommaso Giulini.