Fluorsid, a Macchiareddu la quarta discarica “aperta abusivamente”

Si trova a Macchiareddu la quarta discarica dove vennero depositi gli scarti di lavorazione della Fluorsid. Si tratterebbe di un’area di tre ettari occupato abusivamente.

Adesso si conoscono tutti i dettagli sulla quarta discarica della Fluorsid, quella che il Corpo forestale ha localizzato domenica grazie alla confessione fatta alcuni giorni prima, durante l’interrogatorio di garanzia, da Simone Nonnis. È un ex dipendente della Ineco, una delle società che per conto della Fluorsid movimenta gli scarti industriali (l’appalto è tuttora in itinere).

La discarica si trova a Macchiareddu, non distante dello stabilimento. È stata utilizzata temporaneamente. Si estende su un’area di 30mila metri quadrati. Il terreno è privato. Lì gli operai della Ineco – il cui titolare Armando Bollani è sempre ai domiciliari – avevano l’ordine di portare i rifiuti Fluorsid. Il sequestro, filtra da fonti investigative, non è ancora scattato. È atteso per domani. Ma sarebbero già diversi i sopralluoghi fatti dal Nucleo Nipaf del Corpo forestale, guidato dal commissario Fabrizio Madeddu.

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A profilarsi è dunque l’esistenza di uno spazio che era stato occupato abusivamente, quindi senza alcuna autorizzazione, così come sembra essere successo anche nella Vecchia laveria di Terrasili, ad Assemini (leggi il caso della truffa), e nella cava di Monastir messa sotto sequestro sabato scorso (qui la cronaca). Ma per smaltire gli scarti delle lavorazioni in Fluorsid veniva utilizzata pure un’area interna allo stabilimento.

Col nuovo tassello della quarta discarica, si finisce di comporre il quadro accusatorio sullo smaltimento illecito dei rifiuti, come più volte scritto dal gip Cristina Ornano nell’ordinanza di arresto che lunedì 15 maggio ha fatto finire in carcere sette persone, su richiesta del pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta (qui i nomi degli arrestati). Tra le sostanze stoccate ce n’è anche una mortale, il fluorsilicato, ha ipotizzato la Procura.

Al momento sembra che questi ultimi 30mila metri quadrati di discarica trovati a Macchiareddu siano stati sbancati e ripuliti dalla stessa Ineco, sempre in accordo con la Fluorsid. Ma i rifiuti inizialmente trasferiti pare abbiano solo cambiato posto: adesso sarebbero sotterrati nell’area interna dello stabilimento adibita ad immondezzaio.

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A Cagliari, in Procura, continua invece l’esame dei testimoni. In larga parte dipendenti della Fluorsid o delle società di Bollani. Persone informate dei fatti, come la sindacalista Barbara Melis che il 13 gennaio 2016 viene intercettata in una conversazione con Sandro Cossu, responsabile della sicurezza (uno degli arrestati). La donna aveva detto di aver filmato la perdita di cloruro nel terreno e di voler informare il direttore dello stabilimento, Michele Lavanga. Il quale al telefono, commentando l’episodio, non ebbe certo parole amorevoli (leggi qui).

Oggi sul caso Fluorsid ha preso posizione anche il governatore Francesco Pigliaru che ha annunciato “controlli aggiuntivi e straordinari“. Una dichiarazione che vale una risposta ai sindaci dei Comuni prossimi allo stabilimento (Cagliari, Elmas, Assemini e Uta), i quali, nei giorni scorsi, hanno chiesto “misure urgenti a tutela della laguna di Santa Gilla” dove sarebbero stati sversati fanghi acidi. Si aggiungano i rilievi mossi dalla Procura sia contro gli ispettori Ispra, per un sopralluogo concordato anziché a sorpresa (leggi qui), sia contro l’Agenzia regionale Arpas, per via di un verbale in cui l’inquinamento rilevato nell’aria viene attribuito alla sabbia del Sahara (leggi qui).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

 

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