Festival Scienza, focus sui vaccini: “No a disinformazione e bufale”

Ci sono stati 4794 casi di morbillo in Italia nel 2017, con quattro decessi. 43 casi nell’Isola, come si legge nel bollettino della sorveglianza integrata morbillo-rosolia redatto da Epicentro, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica. L’Isola è tra le regioni in cui si sono registrati meno casi, ma il dato italiano è preoccupante. Non solo morbillo: nel 2017 si sono verificate altre malattie infettive come il tetano, altre che – nei casi più gravi – possono portare alla morte come la difterite o la polio; a encefaliti, ritardi mentali, cecità come per la rosolia. Aspetti che sono state messi in evidenza nella giornata conclusiva del “Festival Scienza” (leggi qui) da Silverio Piro, infettivologo, e da Laura Concas, pediatra, durante la tavola rotonda “Le vaccinazioni: attualità e problematiche”.

I vaccini hanno una storia che ha origini lontane. “È con il vaiolo – ha detto l’infettivologo – che l’uomo iniziò a cercare dei sistemi per combattere le malattie infettive. Il vaiolo era conosciuta già dal 1000 a.C. e già da allora si cercava di contrastarla. La variolizzazione era uno dei metodi che veniva usato e consisteva nell’inoculare, nel soggetto da immunizzare, del materiale prelevato dalle croste di pazienti non gravi”. A metà del 1700, con il medico britannico Edward Jenner, si diede inizio all’epoca moderna delle vaccinazioni. La malattia è stata definitivamente dichiarata sconfitta nel 1980 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’ultimo caso conosciuto nel mondo risale al 1978.
Vaccini attivi e inattivi. Oggi vengono utilizzate due tipologie di vaccini: quelli vivi e quelli inattivi. “I primi – ha detto Piro – sono microorganismi poco o nulla virulenti che vengono iniettati nei soggetti e che generano un’infezione di breve durata e modesta entità. Producono gli anticorpi necessari per dare un’immunità che dura tutta la vita. Quelli inattivi sono microorganismi uccisi o loro componenti che iniettati nel corpo, sviluppano immunità di breve o media durata e necessitano di 3 o 4 dosi. Alle volte alcuni vaccini hanno anche sostanze adiuvanti che stimolano il sistema immunitario ad aumentare la risposta del vaccino”. Si possono effettuare simultaneamente in una unica soluzione diversi vaccini, come il trivalente, quadrivalente o esavalente. Possono dare qualche piccolo effetto collaterale come febbre, che passa entro 24/48 ore, o dolori muscolari nella zona interessata dall’iniezione. “In casi estremi, rarissimi, possono dare immediatamente shock anafilattico, una reazione prevedibile, che gli operatori sanno gestire”, ha sottolineato la pediatra.

Durante la tavola rotonda si è anche parlato di disinformazione e bufale. “Paure inconsce che portano i genitori a proteggere da tutto i propri figli”, ha detto il pediatra. “Ma per proteggerli i vaccini sono l’unica soluzione”. Un esempio: “La correlazione tra l’autismo e il vaccino del morbillo di cui tanto si sente parlare. Legame che è stato smentito da tantissimi studi e che ha preso il via da una ricerca truffa di un medico inglese. La realtà è che si nasce con l’autismo. Ci sono relazioni celebrali che non avvengono durante la gestazione e che portano allo sviluppo di questo disturbo pervasivo dello sviluppo. Ad aumentare questa correlazione, precipitosa, è anche il fatto che nei bambini la diagnosi viene fatta dopo circa 1 anno e mezzo. Ma si è visto, da studi a posteriori, che i primi sintomi si possono notare anche durante i primi mesi di vita”. Su questo punto è stato molto duro Raimondo Ibba, presidente Ordine dei Medici della Provincia di Cagliari, che ha detto: “È un’idiozia che l’autismo sia legato ai vaccini. È una patologia legata ad una carenza di neuroni”. Ha aggiunto: “La medicina non è democratica, non esistono re o plebei ma soprattutto non ci possono essere impostazioni di carattere ideologico”.
“Grazie alla vaccinazione in Italia non ci sono più casi di polio dal 2000”, ha detto Laura Concas, “ma ciò non significa che la patologia sia stata debellata completamente. Infatti nel 2015, in Ucraina, a causa di un calo delle vaccinazioni, la malattia virale si è ripresentata, e questo può succedere anche in Italia. Per poter evitare queste situazioni la soluzione è quella di continuare a vaccinarsi e combattere la disinformazione con una corretta informazione”. Dal dibattito sono emerse due novità. La prima è relativa all’informatizzazione dei dati dell’anagrafe vaccinale della Sardegna, ora soltanto cartacei, che saranno digitalizzati entro il 2018. Inoltre, recentemente, sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità è stata pubblicata una guida sugli effetti avversi dei vaccini dove sono presenti anche diversi studi sulla loro sicurezza e un aiuto per poter distinguere le vere notizie da quelle false.

Alessandro Ligas

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