Estate di San Martino, ecco l'”aliga tour” sull’Orientale Sarda

È l’undici novembre e a Cagliari ci sono 22 gradi. L’estate di San Martino, il giorno più caldo dell’autunno, non ha tradito le aspettative: temperature miti e sole per qualche giorno ancora, poi il freddo, dicono, arriverà davvero. Perché non approfittare della bella giornata per una passeggiata in campagna? A due passi dal capoluogo c’è il Parco dei Sette Fratelli: aria buona, silenzio e relax nell’area protetta di foresta e macchia mediterranea vicino a Burcei.

Per arrivare al bosco si percorre la strada statale 125, la stessa che fino a qualche anno fa si faceva per l’Ogliastra. Oggi l‘Orientale Sarda è ancora trafficata ma meno di prima: gli automobilisti in direzione Lanusei scelgono la più comoda 4 corsie, inaugurata qualche anno fa. E dunque eccoci in macchina, direzione Burcei/Muravera. Il panorama, appena lasciata la zona di Sant’Isidoro in comune di Quartu Sant’Elena, è incantevole: ai lati della strada alberi, uliveti, vigne e frutteti; ci sono piccoli villaggi residenziali, casette isolate, ville circondate da parchi immensi. Un paesaggio davvero stupendo. Se non fosse per il passaggio degli umani: la 125 è disseminata di rottami, buste, plastica, materiale edile, bottiglie e spazzatura di ogni genere nelle cunette e nelle aree di sosta. Quello che credevamo un viaggio nella natura si trasforma in un aliga tour, decidiamo di seguirlo e documentarlo per immagini. Ecco le sue tappe.
Al chilometro 20,300 sulla strada 125 si affaccia una deviazione: ci porterà alla tomba dei Giganti di Is Concias, fa parte del territorio di Quartucciu. caed3a5e-e8a1-48cd-bed3-87f38b511a68È uno dei monumenti nuragici più suggestivi e meglio conservati della provincia di Cagliari, con la sua camera funeraria in perfette condizioni, l’esedra, le sue mura imponenti, i focolari e i betili sulla fronte: un sito archeologico davvero unico, immerso com’è nella natura e isolato sui monti. Per arrivarci percorriamo una strada che non è evidentemente usata solo dai turisti dell’archeologia: rottami di macchine, e poi ancora copertoni, taniche in plastica, vetri ci dicono che questa zona è usata come discarica.

321d5b1c-48e4-4706-b502-ecf0c82ad8dad56e5869-1227-444a-87f3-6429bc5c92b9Molte auto, di modelli e colori diversi, segno che l’automobilista maleducato non è stato uno solo. Non mancano pezzi di vecchi televisori, materassi, divani e altri rottami non bene identificati.

Lasciamo perdere la tomba di Giganti e torniamo sulla strada principale, dove si apre a qualche centinaio di metri una nuova diramazione: è la stradina che porta in un posto che si chiama Villaggio delle Rose. Con un nome così immaginiamo aiuole fiorite e orti ben curati.

a6f48ad9-0baf-41a4-9486-10db0d255c17E invece ci accoglie subito un cartello arrugginito, vecchio forse di decenni, a margine della carreggiata che avvisa di lavori in corso: “Cassa per il Mezzogiorno – c’è scritto – irrigazione e sistemazione idraulica del distretto di Quartu – progetto realizzato con contributo del fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia F.E.A.O.G.”.

200e8afe-9f3c-487b-af5e-666dfcb2b0dcVicino troviamo la nuova tappa del nostro aliga tour, proprio a pochi metri dalla strada principale: molti materiali edili, mattoni, tubi, bottiglie.

Torniamo nuovamente indietro sulla 125, al km. 22, in un viale ombreggiato da alti alberi su entrambi i lati, c’è una piazzola di sosta: è piena di buste di spazzatura, per la verità tutte diligentemente chiuse. Non sono rifiuti accumulati qui negli anni e mai ritirati ma aliga lasciata da persone che accostano l’auto, aprono il cofano e scaricano. Prima o poi passerà qualcuno, e poi lo fanno tutti no? Stesso quadretto poco più avanti: buste di spazzatura chiuse, molte bottiglie di Ichnusa, molti bicchieri in plastica, teglie in alluminio. 4f1f463b-a5cd-4d99-a251-6d53263a0fedSono i resti delle gite domenicali, uno spuntino all’aria aperta o un pranzo nella casa di campagna, perché preoccuparsi di cercare un cassonetto per i rifiuti dopo una bella giornata di relax?

Non parliamo poi dei mozziconi di sigaretta lanciati dalle auto in corsa a bordo strada: qui si affacciano alberi e cespugli, appena due estati fa il colle di San Gregorio è stato completamente devastato da un brutto incendio che ha lasciato cenere e desolazione. bb8c4527-ca12-4d94-b29b-e73d64ee7412Le contiamo, in un tratto di dieci metri accanto alla carreggiata ci saranno un centinaio di sigarette.

338caf65-8d91-44a1-941c-0e6d1de664a0La cosa più curiosa è che questa tappa dell’aliga tour si trova in una località chiamata S’Incantu: davvero incantevole, peccato per i detriti accumulati da qualcuno che ha fatto grandi restauri a casa e ha lasciato
mattoni, sacchi di cemento, tappeti e stracci e anche qualche vestito vecchio.

fed99fd7-b471-4452-bd2f-56e6e29b13eb01a408c8-9c52-4049-8e25-9b08f8f8429fArriviamo a San Gregorio, suggestivo borgo del comune di Sinnai, “luogo di rara bellezza per gli amanti delle passeggiate e del trekking” si legge sul sito Sardegna Turismo: all’ingresso della stradina che porta alla piazza con la chiesetta dei Santi Gregorio e Basilio ci sono alcuni cassonetti: tutto attorno, ancora, 280b93bd-0fd6-4c42-8b88-c13366be548bspazzatura, piatti, vetri rotti e pezzi di mobili.

Facciamo inversione e torniamo in città. Per oggi di luoghi incontaminati e macchia mediterranea ne abbiamo avuto abbastanza.

Francesca Mulas

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