Il “caso Insar”. Non solo consulenze, ma un intreccio di legami societari

È ormai un caso politico la gestione dell’Insar, la partecipata della Regione che sviluppa politiche per il lavoro. Spunta un nuovo intreccio.

In Sardegna può considerarsi aperto il caso Insar, la partecipata della Regione che sviluppa politiche per il lavoro. Sardinia Post si è occupata della società il 2 marzo scorso pubblicando l’elenco dei 129 contratti a tempo costati 1.208.997 euro e che l’Insar stessa aveva diffuso sul proprio sito online alla voce “Trasparenza” (leggi qui). I soldi spesi erano pubblici e per questa ragione se n’è dato conto. Da allora contro la gestione della partecipata si è schierato un pezzo di centrosinistra, facendo venire a galla uno scontro politico interno alla maggioranza di governo: prima (il 15 aprile) le interrogazioni parlamentari di Luciano Uras (Sel) e Roberto Capelli (Cd) che hanno denunciato “il sistematico ricorso a collaborazioni esterne“; il giorno successivo, con primo firmatario Francesco Agus (Sel), la richiesta protocollata da undici consiglieri regionali di centrosinistra per “cambiare i vertici Insar”.

Adesso, scavando negli atti della società, emerge ancora un intreccio di nomi e contributi che, presumibilmente, è alla base delle interrogazioni che sono state presentate. Serve una premessa: l’Insar ha un presidente, Giuseppe Grillo, indicato il 22 gennaio 2014 dall’ex capo della Giunta, Ugo Cappellacci. E ciò all’interno di un pacchetto di nomine che sembrò un’invasione, visto che era la vigilia delle elezioni regionali (leggi qui). In quell’occasione, come amministratore delegato venne riconfermato Antonello Melis, commercialista vicinissimo all’ex governatore, il quale riservò una poltrona del Cda anche a Gabriella Massidda, allora direttore generale della Regione, attualmente Dg ai Trasporti.

L’intreccio di nomi e contributi ha come figure centrali proprio l’Ad Melis e il direttore amministrativo della stessa Insar, Andrea Boi. Il primo è a processo, insieme a Cappellacci e ad altre dodici persone, per il crac milionario della Sept Italia, azienda che produceva vernici per l’industria ed era controllata al 42 per cento del sindaco di Carloforte, Marco Simeone. Boi – anche lui commercialista con ufficio in via della Pineta 78 a Cagliari (qui il suo curriculum) – ha invece presieduto il collegio sindacale di Termomeccanica, una srl indirettamente collegata alla Sept, e al suo indirizzo ha sede legale la Termomeccanica energia srl, società che dall’Insar ha preso contributi.

Nella Sept Italia Cappellacci è stato consigliere delegato, mentre Melis componente del collegio sindacale. Non solo: a partire dal processo per il crac, il pm Giangiacomo Pilia – sempre ipotizzando la bancarotta – ha aperto un fascicolo sulla chiusura di altre tre società riconducibili all’azienda delle vernici. Tra queste figura la Quasar srl che aveva sede nella zona industriale di Macchiareddu, a Uta, e lì dalla Sept aveva acquistato un immobile (atto del 31 dicembre 2005). E quando la Quasar stessa era in fallimento cedette in comodato un ramo d’azienda sia alla Termomeccanica srl (atto del 30 marzo 2011) sia alla Termomeccanica energia srl (atto del 4 aprile 2012). Alla Quasar, peraltro, è stato amministratore unico Riccardo Pissard, anche lui a processo per il crac Sept, in qualità di componente del collegio sindacale (la Procura di Cagliari lo considera un prestanome di Simeone).

Dalla Regione, come risulta attraverso la ripartizione del Fondo sociale europeo 2007-2013 (Obiettivo: competitività regionale e occupazione, gestito dall’assessorato al Lavoro), Termomeccanica energia srl ha preso un contributo di 342.007,37 euro, concesso come “Credito d’imposta” e relativo al 2012. La società aveva anche ottenuto, nel 2011, un’assegnazione di 179.612,41 euro per “numero 3 inserimenti lavorativi”. Ma al 31 dicembre 2014, data dell’ultimo aggiornamento disponibile sul Fondo Ue, non risulta che l’importo sia stato pagato. qui la lista completa dei beneficiari.

Termomeccanica energia srl è anche una delle società ammesse ai contributi del Programma Ico: l’ha creato l’Insar attraverso la “Strategia Europa 2020”. Bruxelles lo finanzia per “creare nuova occupazione”. La srl risulta in dodicesima posizione nel settore Nautico. E si legge: “Sulla base delle istanze pervenute si stima l’esaurimento delle risorse dalla posizione numero 1 fino alla 13 compresa”. Qui la delibera Insar.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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