E ora viene il tempo della giustizia

“Ora è il momento della misericordia, verrà il momento della giustizia”, dice il procuratore capo di Tempio Riccardo Rossi. Arriverà, questo “momento della giustizia”,  con l’apertura di un fascicolo sulla strage. Per capire se l’eccezionale evento meteorologico sia l’unica causa o e invece – come innumerevoli indizi fanno ritenere – ci siano anche responsabilità umane.

Il bilancio delle vittime è il risultato della somma di tragedie diverse, avvenute in luoghi distanti tra loro, accomunate solo dalla “bomba” d’acqua che ha investito la Sardegna e, con particolare violenza, la Gallura.  La domanda è: queste tragedie potevano essere in tutto o in parte evitate?

Il responsabile della Protezione civile Franco Gabrielli è stato categorico su un punto: “Non c’è stato alcun ritardo né nell’allarme né nei soccorsi”. E se ci sono delle responsabilità vanno cercate altrove. Perché la struttura della Protezione civile è articolata: parte dai comuni, arriva alle province e alle Regioni, quindi al coordinamento nazionale. E’ ai “primi piani” di questa complessa impalcatura, secondo Gabrielli, che vanno cercate eventuali responsabilità. Un richiamo al tema della prevenzione, formulato con una battuta polemica rivolta agli amministratori locali: “Sarebbe sufficiente rinunciare a qualche sagra e concentrarsi sulla pianificazione territoriale”.

Quali sono le responsabilità di chi governa i territori? La risposta a questa domanda conduce in un campo vastissimo, e chiama in causa gli amministratori in carica per l’organizzazione e il finanziamento della associazioni di volontariato, e quelli che si sono succeduti negli anni per l’approvazione di “piani di risanamento” che – come ha dichiarato a Sardinia Post il geologo Fausto Pani – hanno finito col creare un “sistema idraulico artificiale”: “Ai torrenti naturali abbiamo sostituito cemento, asfalto e mattoni e sono così diventati impermeabili”.

Ma questi rilievi, mentre hanno grande rilevanza nel dibattito politico, possono entrare solo in modo marginale in un’ indagine penale che deve accertare la relazione diretta, il rapporto di causa-effetto, tra l’evento e i suoi responsabili. La sanzione per chi ha devastato un territorio con scelte urbanistiche dissennate è politica e non penale. Spetta agli elettori, non ai giudici.

I quali, invece, si concentreranno su vicende specifiche: “La procura – ha infatti chiarito il procuratore Rossi – valuterà caso per caso”. E uno dei “casi” che passeranno al vaglio della magistratura sarà, per esempio, il crollo del ponte nella statale Olbia-Tempio. In un tratto di strada che dal 1986, quando l’opera fu terminata, ha dato continui problemi. Anche senza bisogno di eventi meteorologici eccezionali.

N.B.

 

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