Dramma Igea, 7 operai barricati in un pozzo a 80 metri di profondità

Da questa mattina sette dei 25 dipendenti dell’Igea, la società in house della Regione, titolare delle concessioni minerarie, sono asserragliati in un pozzo a 80 metri di profondità, nella miniera di Sos Enattos a Lula (Nuoro) per richiamare l’attenzione sulla loro condizione: da cinque mesi non ricevono lo stipendio, e aumenta le preoccupazione per il futuro lavorativo e della società. “Dopo mesi di estenuanti trattative senza risposte – dice il sindaco di Lula, Mario Calia, anch’egli dipendente dell’Igea – sette colleghi minatori sono scesi nei pozzi pronti a tutto pur di ricevere qualche risposta: stipendi che non arrivano e prospettive che non ci sono. Ci avevano assicurato che avremmo lavorato alle bonifiche del sito minerario, ma la Regione l’ultimo giorno utile del governo Cappellacci ha affidato i lavori a una società privata. Dunque noi non sappiamo di che morte dobbiamo morire”.

I minatori prima di calarsi nei pozzi hanno affidato ai colleghi poche parole: “Siamo pronti a lasciarci morire se nessuno ci risponde: e se proprio dobbiamo farlo vogliamo morire in miniera, cosa cambia rispetto alla morte per inedia?”. Non usciranno quindi i minatori di Lula finché la Regione non si pronuncerà sulla vertenza. “Cosa vogliono fare i governanti? Vogliono chiudere o salvarci? – dice ancora il sindaco -. Noi crediamo ci siano le condizioni per andare avanti. Aspettiamo risposte e appena le avremo decideremo il da farsi”. Rincara la dose Nicoletta Porcu della rsu Cgil: “Abbiamo pazientato anche troppo dopo le innumerevoli promesse mai mantenute. Le famiglie sono alla disperazione. Dopo l’alluvione dello scorso anno, dove abbiamo riportato non pochi danni, ci siamo rialzati con le nostre sole forze e abbiamo reso nuovamente fruibile il nostro sito minerario, l’unico del panorama Igea ancora visitabile. E le visite non mancano di certo. Non vogliamo assistenza e non vogliamo essere trattati come tali. L’unica cosa che chiediamo è poter lavorare e avere uno stipendio dignitoso. Purtroppo l’apertura del concordato preventivo non fa presagire niente di buono”.

Da ieri è iniziata nei vari siti minerari dell’Igea, da Iglesias a Furtei (Medio Campidano) dove, dice Emanuele Madeddu della Rsu, “Permane una grave situazione di criticità legata alla stazione di pompaggio del bacino contenente l’arsenico “, a Lula nel nuorese, dove i lavoratori hanno proclamato lo sciopero generale. Questa mattina vi è stato anche un blitz a Iglesias negli uffici della Regione che si occupano del settore minerario dove ci sono stati momenti di tensione tra lavoratori Igea e funzionari della Regione. Raggiunto telefonicamente il commissario liquidatore dell’Igea Antioco Gregu cerca di rasserenare gli animi: “Non nascondo le gravi difficoltà in cui versa questa società, difficoltà che arrivano da lontano e che forse potevano essere evitate. Dalla Regione ho ricevuto ampia fiducia per poter traghettare fuori dalle difficoltà la società, e a questo si sta lavorando. Purtroppo non sono ancora arrivate le risorse. Nell’incontro di martedì, che speriamo sia presieduto dal presidente Pigliaru, cercheremo, tutti insieme, di affrontare in modo più compiuto le varie problematiche che, ripeto, sono abbastanza complesse. A quei lavoratori della miniera di Lula va la mia comprensione e solidarietà con l’auspicio che si possa superare anche questo momento di difficoltà. Ammiro comunque il grande senso di responsabilità dimostrato fino ad ora dai lavoratori “. Dunque tutto rinviato al 4 novembre per l’incontro convocato dall’assessorato all’Industria. Ma i lavoratori non hanno intenzione di abbassare la guardia.

Carlo Martinelli

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