Delitti di Nule e Orune, chiesti 20 anni per Paolo Enrico Pinna

Condanna a 20 anni di carcere per il duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala, i due giovani uccisi in Sardegna tra il 7 e l’8 maggio del 2015. È la richiesta formulata dalla pm Rita Pischedda ai giudici del Tribunale dei minori di Sassari, a conclusione della requisitoria nel processo che vede imputato il diciannovenne Paolo Enrico Pinna, minore all’epoca dei fatti. I 20 anni sollecitati dall’accusa costituiscono il massimo della pena in un procedimento con rito abbreviato a carico di un minorenne. L’udienza è stata aggiornata a mercoledì 29 per l’intervento dei legali della difesa, Agostinangelo Marras e Angelo Merlini. Insieme a Pinna è accusato del duplice omicidio il cugino Alberto Cubeddu: per lui la procura di Nuoro ha chiuso l’indagine e il Gip in questi giorni dovrà decidere sul suo rinvio a giudizio.

Nel corso della sua requisitoria la pm non ha fatto distinzione fra chi ha materialmente impugnato l’arma e chi sarebbe stato invece alla guida dell’auto da cui sono stati esplosi i colpi che hanno ucciso lo studente 19enne di Orune, Gianluca Monni, nel maggio 2015 mentre aspettava l’autobus per andare a scuola a Nuoro. La Procura di Nuoro, invece, chiudendo l’inchiesta a carico del cugino di Paolo Enrico Pinna, il 21enne di Ozieri Alberto Cubeddu, ha indicato quest’ultimo come l’autore materiale dei due omicidi. Della seconda vittima, Stefano Masala, 29 anni di Nule, non si è mai trovato il cadavere. Ma per entrambe le Procure – quella dei minori di Sassari e quella di Nuoro – il giovane è stato ucciso prima dell’esecuzione dello studente. Secondo la ricostruzione fornita nella requisitoria, Pinna, minorenne all’epoca dei fatti, sarebbe responsabile e complice di entrambi i delitti: fatti di sangue, per la pm, legati alla volontà di mettere in pratica una vendetta esemplare in seguito all’affronto subito mesi prima durante una festa di paese proprio da Monni. Per compiere la sua vendetta, però, aveva bisogno di un’auto e non avrebbe esitato a uccidere Stefano Masala per servirsi della sua Opel e far ricadere la colpa su di lui. A bordo della vettura di Masala i due cugini sono andati a Orune, sempre secondo l’accusa, per compiere l’omicidio sparando tre fucilate contro lo studente Gianluca Monni. Il processo è stato aggiornato a mercoledì 29 e giovedì 30: la parola passa alla difesa, gli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini.

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