Darsena dei veleni a Porto Torres, imputati 8 manager Eni. Sit-in degli ambientalisti

È in corso davanti al tribunale di Sassari il sit-in indetto dal Comitato di Azione, Protezione e sostenibilità Ambientale per il nord-ovest della Sardegna, meglio noto come No Chimica Verde-No Inceneritore, in contemporanea con l’udienza davanti al Gup  a porte chiuse per la vicenda della “darsena dei veleni” di Porto Torres, che vede imputati otto dirigenti di Syndial ed ex Polimeri per disastro ambientale colposo, deturpamento delle bellezze naturali e per le relative mancate bonifiche a Porto Torres.  manifestanti, tra i quali associazioni ambientaliste e movimenti indipendentisti sardi, hanno esposto un lungo striscione davanti al tribunale con la scritta “Chi ha inquinato deve essere giudicato. Tumori e morti non vanno in prescrizione”.

I primi commenti. Dal sit-in sassarese Paola Pilisio, del comitato No chimica verde, No inceneritore chiede “l’istituzione di un comitato di garanti estraneo al mondo della politica e non condizionabile dal mondo degli inquinatori per far luce sulla reale situazione ambientale nell’area del petrolchimico di Porto Torres”. “In ogni caso – aggiunge – tutta l’area ha bisogno di bonifiche di falda e non di semplici interventi di raschiatura come è stato fatto dove oggi sorgono alcuni impianti della chimica verde”. Di recente  è arrivata la decisione dell’Eni di non avviare il progetto della centrale a bio masse, sempre a Porto Torres: “Siamo felici perché non si farà ma lo saremmo ancor di più se si sapesse esattamente cosa brucia la termocentrale di Versalis, sempre di proprietà dell’Eni”.

Per tutti gli otto manager il pubblico ministero Paolo Piras ha chiesto il rinvio a giudizio. Si sono costituiti parte civile il Ministero dell’Ambiente, la Regione Sardegna (assessorato all’Ambiente), il Comune di Porto Torres, l’Anpana, la Lega anticaccia e l’armatore di Alghero Cesare Goffi. I Stamattina il pool difensivo di Eni – composto dai legali Carlo Federico Grosso, Mario Maspero, Fulvio Simoni, Grazia Volo, Luigi Stella, Piero Arru – presenterà le controdeduzioni proprio relativamente alla costituzione delle parti civili. Dopo mesi di accertamenti e audizioni di testimoni erano stati iscritti nel registro degli indagati il rappresentante legale di Syndial Spa Alberto Chiarini, il responsabile gestione siti da bonificare Francesco Papate, il responsabile Taf Management (Taf è l’impianto per il trattamento delle acque di falda) Oscar Cappellazzo, i responsabili dell’area operativa Taf Gian Antonio Saggese e di salute, ambiente, sicurezza del Taf Francesco Leone, il rappresentante legale di Polimeri Europa Daniele Ferrari, il direttore di stabilimento Paolo Zuccarini e il responsabile della sezione salute, sicurezza, ambiente, Daniele Rancati. A tutti veniva contestato di “non aver adottato le opportune cautele” e di aver quindi “cagionato un disastro ambientale per lo sversamento in mare di sostanze inquinanti”.

Il punto è che per l’accusa, gli interventi di risanamento ambientale messi in atto dalla Syndial non avrebbero funzionato.In altri termini, dalla barriera idraulica costituita da pozzi di emungimento collegati a sistemi di trattamento delle acque e dispositivi per misurare il gradiente di diffusione dell’inquinamento, continuano a fuoriuscire inquinanti. Tesi, questa, respinta dalla difesa, che ha commissionato una perizia ad esperti americani. Per i quali la barriera bloccherebbe il deflusso delle sostanze inquinanti verso la darsena. Sempre per gli esperti della difesa, responsabile dell’inquinamento in quell’area, sarebbe una condotta fognaria della rete comunale.

In passato, è stato proprio il Ministero dell’Ambiente a denunciare l’inefficacia del sistema. Ma da allora nessuna nuova procedure di contenimento è stata messa in atto. Per avere un’idea dei livelli d’inquinamento della falda, basta riportare i dati notificati dalla stessa Syndial: “Arsenico 50 volte il limite, mercurio 10 volte il limite, benzene 139.000 volte il limite, etilbenzene 100 volte il limite, toluene 4.900 volte il limite, cloruro di vinile monomero 542.000 volte il limite, dicloroetano 28.000.000 di volte il limite, dicloroetilene 9.980 volte il limite, tricloroetilene”.

Piero Loi

Leggi anche: Porto Torres, va avanti il processo sulla darsena dei veleni

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