Dal pozzo a 80 metri minatore Igea a Pigliaru: “Io, presidente, l’ho votata…”

La notte in miniera è stata un po’ avventurosa: qui c’è molto freddo e uno dei nostri colleghi si è sentito male, aveva mal di testa e capogiri. Si è ripreso quando di mattina sono arrivati i colleghi con bevande calde e la solidarietà di molta gente”. Così ha detto all’Ansa, attraverso il telefono collegato con la galleria del pozzo di Sos Enattos, a Lula, uno dei sette minatori dell’Igea da ieri asserragliati a 80 metri di profondità. Da lì è stato lanciato anche un accorato appello al governatore Francesco Pigliaru.

Non ha rivelato la sua identità il minatore che ha risposto al telefono, e nemmeno si sa chi si è sentito male. “Niente nomi – ha tenuto a precisare la voce arrivata dal pozzo -, ma sappiamo che ha 50 anni, vive a Lula, è sposato e ha figli. Qui chi parla, parla per tutti“.

I dipendenti dell’Igea (la società in house della Regione a cui sulla carta è affidata la bonifica e la messa in sicurezza dei siti minerai dismessi) non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e non hanno certezze sul loro futuro. “Il presidente Cappellacci – è stato ancora il commento dal pozzo – ci ha pugnalato alle spalle, affidando a società private i lavori delle bonifiche, che spettano invece ai minatori Igea. La nostra salvezza sta nelle bonifiche dei siti, se ci tolgono quelle abbiamo perso tutto”. Ma il governo Pigliaru, secondo il minatore di Lula, non sta facendo meglio: “Questa Giunta sta portando avanti quel progetto, ma resisteremo qui sotto anche a lungo. Fino a martedì prossimo quando ci sarà l’incontro all’assessorato regionale dell’Industria resteremo calmi dentro i pozzi, ma se quel giorno non ci saranno risposte la protesta diventerà esplosiva”.

Infine un messaggio-appello a Pigliaru. “Io, presidente, l’ho votata, perché in campagna elettorale ha parlato di istruzione, salvezza di posti di lavoro e creazione di nuova occupazione. Ebbene: io da questa Giunta sto vedendo silenzio mentre le cose vanno a rotoli: in questa parte della Sardegna per i ragazzi è difficile studiare, i posti di lavoro li stiamo perdendo. Ogni giorno in provincia di Nuoro chiude un’azienda. Signor presidente, da parte nostra le comunichiamo che non vogliamo ammortizzatori sociali, noi vogliamo solo lavorare e sudare il pane che portiamo a casa. Solo così potremmo avere ancora uno scopo nella vita e conservare la nostra dignità”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share