Ha il reddito di un impiegato, ma conduce una vita da nababbo: pranzi e cene nei migliori ristoranti, viaggi, barche. E una villa in Costa Smeralda che, formalmente, appartiene a una società estera con sede in Stati “a regime fiscale privilegiato”, noti anche come “paradisi fiscali”.
E’ l’identikit dell’evasore fiscale su cui indaga un gruppo di lavoro coordinato dal procuratore capo di Tempio Pausania Domenico Fiordalisi. Secondo il quotidiano la Nuova Sardegna l’inchiesta è nella fase iniziale, quella degli “atti relativi”, e non esistono ancora indagati e ipotesi di reato.
Si tratta di accertamenti complessi, perché le proprietà messe sotto la lente d’ingradimento sono 2500. Un enorme patrimonio immobiliare al quale non corrisponde un proporzionale introito per le casse dello Stato.
Gli Stati esteri dove hanno sede le società che detengono la proprietà dei lussuosi immobili vanno dal Lichtenstein alla Repubblica di San Marino, da Andorra al Bahrein. Dal punto di vista formale, tutto in regola. A meno che non si scopra che che l’intestazione della proprietà è fittizia e ha il solo scopo di eludere il fisco. Un indizio è, per esempio, che l’immobile venga utilizzato in via esclusiva da un solo soggetto.
Ma questo meccanismo può nascondere situazioni ben più gravi: non la semplice evasione fiscale ma il reato di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. In Costa Smeralda nel novembre scorso è stato riscontrato uno di questi casi quando, su richiesta della direzine distrettuale antimafia di Roma, fu sequestrato un complesso di villette a schiera intestate a prestanome ma in realtà di proprietà del “boss della banda della Magliana” Ernesto Diotallevi.
Del gruppo di lavoro coordinato da Fiordalisi fanno parte uomini del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza, funzionari dell’Agenzia del Demanio e gli ispettori delle Agenzie delle entrate di Sassari, Tempio e Olbia.
N.B.
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