“Dalla personalità degli indagati si desume che vi sia un concreto ed attuale pericolo di reiterazione di reati della stessa indole e un pericolo di inquinamento probatorio”. Lo scrive il Gip di Cagliari Giuseppe Pintori nelle 68 pagine dell’ordinanza con la quale sono finiti agli arresti domiciliari Davide Galantuomo, 56 anni, ex presidente dell’Ente acqua Sardegna e già sindaco di Quartu Sant’Elena, Renato Copparoni, ex calciatore e funzionario della Cpl Concordia, Salvatore Pinna, ingegnere di Desulo (Nuoro) considerato il grande manovratore dei presunti appalti truccati in Sardegna (inchiesta denominata Sindacopoli), Gianni Lolli, di Modena, dirigente di riferimento del Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna e Luigi Betti, di Forlì, dipendente di una cooperativa che faceva parte del Consorzio.
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“Emerge chiaramente nel caso in esame – scrive il Gip nell’ordinanza – lo sviamento dei pubblici poteri e la finalità di profitto privato che spinge i pubblici amministratori alla violazione dei propri doveri e delle complesse norme sugli appalti pubblici”. Secondo il giudice, “il profitto conseguito dal Galantuomo e dal Copparoni, attraverso la compiacente intermediazione del Pinna, è di notevole valore, pari alla spregiudicatezza dimostrata nella vicenda. Altrettanto riprovevole è il comportamento dei due rappresentanti delle imprese appaltatrici, anch’essi spregiudicati nel cercare di ottenere il massimo del profitto dalle procedure di appalti alle quali partecipavano le due cooperative”.
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La gravità della vicenda, sottolinea ancora il Gip, “è accentuata dall’essere la stessa inserita in un vortice di finanziamenti e di pubblici appalti che sarebbero stati forieri di lauti guadagni per tutti i protagonisti se non fosse sopravvenuto l’arresto del Pinna per vicende simili”.
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