Tariffa aerea unica. Ma le tasse non finiscono mai

Parte la “tariffa unica” per residenti e non residenti. Ma ai sardi cosa ne viene? Ecco cosa paghiamo realmente. Anche la cassa integrazione per i dipendenti Alitalia

Entrano in vigore oggi le tariffe della “nuova continuità territoriale aerea”.  Identiche per residenti in Sardegna e non residenti, fino a tutto il mese di giugno. Ma quali sono realmente queste tariffe? E chi le paga?  A esaminare le diverse voci che vanno a comporre il costo totale dei biglietti aerei si scopre che le tariffe reali sono sostanzialmente diverse da quelle di partenza. E nel tempo possono variare ulteriormente.

Di certo i sardi  non pagano solo, attraverso le Regione, le compensazioni (tra i 45 e i 50 milioni di soldi pubblici), ma parecchi altri costi aggiuntivi che la retorica da mercato delle pulci nasconde accuratamente. Prezzi calmierati? Opportunità per i sardi? I toni trionfalistici non sono del tutto conformi alla realtà. Anzi, per certi aspetti le “tariffe in continuità” ricordano certe offerte delle compagnie low cost che nascondono la fregatura tra le pieghe delle clausole contrattuali. Solo che qui è tutto alla luce del sole. Tasse varie dilatano i costi a dismisura. Vediamo cosa paghiamo.

OLBIA-LINATE: 55 EURO A TRATTA FA 110. MA IL VOLO COSTA DI PIU’

Esempi. Prendiamo un volo che da Olbia parte per Linate. Il frame della Regione è chiaro: il passeggero vola per Linate con 55 euro a tratta, residenti e non, da settembre a giugno. Chiaro, no? Solo che se prenoto un volo pago decisamente di più. Partenza il 29 ottobre (martedì prossimo) e rientro il giorno successivo. Tariffa residenti. L’andata da Olbia ci costa 71,13 euro. Il ritorno da Linate 81,47 euro. Costo complessivo sopra i 152 euro. Parliamo di più di 42 euro di sovrapprezzo rispetto alla sbandierata tariffa unica. Come mai?

Ecco l’elenco del “valore aggiunto” delle voci varie ed eventuali. Per l’andata, dunque con riferimento allo scalo di Olbia, paghiamo 16,13 euro, così distribuiti: controllo bagagli, 1.68 euro; Iva su tasse, 1,47 euro; tassa comunale, 6,50 euro; tassa d’imbarco, 4,11 euro; tassa per i servizi al passeggero,0,56 euro;  tassa di sicurezza, 1,81 euro;

Il ritorno dall’aeroporto milanese di Linate ci costa, oltre alla solita tariffa unica da 55 euro, la bellezza di 26,47 euro in tasse e spese per ogni biglietto stampato. Ecco il dettaglio: controllo bagagli, 1 euro; Iva su tasse, 2,41 euro; tassa comunale, 6,50 euro; tassa d’imbarco, 12,62 euro; tassa per i servizi al passeggero, 1,41 euro; tassa di sicurezza, 2,53 euro.

Come si vede, solo il contributo comunale resta fisso, le altre voci sono variabili. Ma è la tassa d’imbarco a incidere in maniera più pesante. Nello scalo di Olbia vale poco più di 4 euro, a Linate si impenna fin oltre i 12 euro. Tasse, quindi, per prestazione di servizi vari quali, ad esempio, il check in, i servizi igienici, lo smistamento bagagli, la sicurezza, il riscaldamento invernale, l’aria condizionata estiva, l’edicola, i bar, le biglietterie, il personale delle compagnie aeree. Ma nelle tasse ci sarebbe anche una voce particolare: si chiama “Fondo Volo”.

 IL CONTRIBUTO DEI PASSEGGERI ALLA CASSA INTEGRAZIONE.

Dunque, noi paghiamo. Paghiamo i servizi, paghiamo l’ingresso in aeroporto, paghiamo ogni passo che facciamo nello scalo. Paghiamo nel prezzo del biglietto, senza farci molto caso, ma sborsando un sacco di soldi. Così la continuità territoriale diventa un’arma spuntata in un’economia dei trasporti che non favorisce certo chi è storicamente svantaggiato dall’insularità.

In mezzo alla giungla di tasse e spese si cela però un gentile lascito del governo Berlusconi, che nel 2008 impedì la vendita di Alitalia ad Air France, creando prima una bad company e ricorrendo pesantemente alla cassa integrazione, salvo poi regalare la compagnia agli “eroi nazionali”. Come è andata lo sappiamo.

Per pagare la cassa integrazione agli oltre 6 mila cassintegrati di Alitalia si è deciso di varare il “Fondo Volo” o “Fondo del Trasporto aereo”. Qui entriamo in scena noi. Tra le voci delle tasse d’imbarco figura un contributo di 3 euro a biglietto, anche se la cifra non è mai stata resa ufficiale, per pagare il suddetto Fondo. Si tratta di prestazioni ulteriore che consentono ai cassintegrati del settore aereo o ai dipendenti in mobilità di avere un trattamento economico più vantaggioso di quello che potrebbe permettere il semplice versamento dei contributi all’Inps. Così l’80 per cento della retribuzione media consente di arrivare in certi casi a guadagnare più stando in cassa integrazione (ben oltre 2 mila euro al mese) che andando al lavoro con poche ore di volo. Un’assurdità. Senza contare che sempre la Alitalia ci ha portato in dote l’estensione della Cigs dei lavoratori da 24 a 48 mesi e la mobilità a 36 mesi. Casi unici in Italia. Che paghiamo anche noi con la nostra strana “continuità territoriale”.

LE TASSE PER FIUMICINO, QUASI UN ALTRO BIGLIETTO

E non è tutto. Perché, come sappiamo bene in Italia, le tasse possono anche aumentare. Passiamo da Linate a Fiumicino. Partenza da Cagliari con Alitalia, sempre martedì prossimo e, quindi, con la nuova tariffa unica per la continuità territoriale aerea. Bene. Qui si parte da 45 euro a tratta. Prezzo finale 90 euro, tasse escluse. Ma, tasse incluse, l’andata ci costa 60,15 euro, il ritorno dall’aeroporto di Roma-Fiumicino 73,39 euro. Complessivamente, tra l’andata e il ritorno paghiamo 43,54 euro in tasse aeroportuali. Quanto il costo di un altro biglietto.

Basta fare due conti e si capisce perché le società aeroportuali, salvo occasionali défaillance, siano bocconi appetibili sul mercato. Infatti uno degli ultimi atti del governo Monti era stato quello di aumentare le tariffe aeroportuali dell’hub di Fiumicino da 16 a 26,50 euro a passeggero. I passeggeri sardi che prenotano on line i loro biglietti possono dire di essere debitamente informati. Nel contratto di trasporto è stabilito che : “Sono a carico del passeggero le tasse e gli altri oneri aggiuntivi applicabili al trasporto, non inclusi nelle tariffe, imposti per legge o richiesti dalle Autorità governative o da altre Autorità competenti. Tali tasse ed oneri saranno comunicati al passeggero al momento dell’acquisto del biglietto. Tasse ed oneri imposti sui servizi aerei sono oggetto di costanti modifiche e, pertanto, in caso di aumento di qualsiasi tassa od onere indicati sul biglietto, così come qualora una nuova tassa od un nuovo onere siano istituiti dopo l’emissione del biglietto, il passeggero è tenuto al pagamento del maggior importo derivante da tale aumento o istituzione fino alla data di inizio del viaggio”. Insomma, benvenuti nel magico mondo della “continuità territoriale”.

Giandomenico Mele

 

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