Tra il 2007 e il 2015 è calata del 12,9% (-66,72 euro) la spesa mensile per gli alimentari delle famiglie in Sardegna. Mentre aumenta – anche se di poco – il peso della ristorazione sul totale dei consumi. E’ quanto emerge dal rapporto 2016 di Fipe-Confcommercio basato sui dati Istat e delle Camere di Commercio. Dalla rilevazione dei prezzi dei prodotti di punta della ristorazione, a novembre 2016 nei capoluoghi principali di provincia emerge che un caffè al bar costa 1,05 euro a Cagliari e 1,10 euro a Sassari, il cappuccino 1,45 euro a Cagliari e 1,20 a Sassari, il panino in media 4 euro a Cagliari e 3,50 a Sassari e un pasto (pizza-bibita) 10,50 euro a Cagliari e 12 euro a Sassari.
I ristoranti e le attività di ristorazione mobile sono 5.358 (il 3,1% del totale in Italia, attive 172.688): si tratta soprattutto di ditte individuali (54,2%) e di società di persone (28,5%). Si registra un saldo negativo tra imprese attive e cessate pari -223 (-4,2%; sud e isole -3,2%; Italia -2,9%). La fornitura di pasti preparati e altri servizi di ristorazione viene effettuata, invece, da 111 imprese (il 3,6% del totale nazionale pari a 3.066 aziende) divise tra ditte individuali (32,4%), società di capitale (27,9) e società di persone (20,7%). Il saldo tra imprese attive e cessate è di -9% (-8,1% rispetto al -3,9% del sud e isole e del -4,1% della media italiana). Dal rapporto – che rielabora i dati Inps – emerge anche che in Sardegna 2.275 aziende hanno utilizzato voucher lavoro nel 2015, acquistando complessivamente 806.909 voucher cioè 355 per singola impresa (303 la media nazionale).