“L’abbattimento controllato dei cormorani non porterà nessun giovamento all’economia delle lagune e perciò noi non aderiremo al Piano varato dall’assessorato alla difesa dell’ambiente per l’annualità 2016/2017″. Così in un documento trasmesso all’Ufficio attività ittiche nelle acque interne della Provincia di Cagliari, i presidenti delle cooperative di pesca San Giuseppe, Ittica Nora, Feraxi, San Giovanni, Quirra, Santa Gilla, So.c.c.i.v., Spirito Santo e Su Castiau.
Il Piano prevede la possibilità per i concessionari di abbattere dal 5 al 10% dei volatili responsabili di produrre un danno di centinaia di migliaia di euro l’anno. Una situazione giudicata ormai insostenibile, per la soluzione della quale le istituzioni contano anche sul sostegno delle associazioni di categoria come Federcoopesca, Agci Agrital e Associazione Armatori Sardi.
Secondo Roberto Savarino, presidente di Federcoopesca Sardegna, “l’abbattimento è una soluzione estrema e inutile, visto che la quota di eliminazione è irrisoria per poter essere economicamente percepibile a fronte del danno enorme causato dai cormorani”. “L’abbattimento – aggiunge Giovanni Loi, presidente di Agci Sardegna settore pesca – non può essere visto come l’unica strada percorribile, anche se sembra la più facile. Ci sono delle insidie di cui forse non si è tenuto conto: i pescatori non sono cacciatori, quindi anche il rischio di incidenti non sarebbe improbabile”. Anche per Renato Murgia, direttore dell’Associazione Armatori sardi, “sparare ai cormorani non è una soluzione efficace. I concessionari hanno ragione a nutrire forti dubbi sui risultati”.