Commissari, il pokerissimo lottizzato

Antonello Ghiani, Roberto Neroni, Pietro Cadau, Pasquale Onida, Francesco Pirari. Cinque nomi per una lottizzazione. Finisce così, il commissariamento delle Province.

Antonello Ghiani, Roberto Neroni, Pasquale Onida, Francesco Pirari, Pietro Cadau. Cinque nomi per una lottizzazione. Finisce così, il commissariamento delle Province, coi fedelissimi piazzati in sella agli enti intermedi messi sotto chiave dal Consiglio regionale (voto a maggioranza, arrivato venerdì e chiuso 38 a 30). Il presidente Ugo Cappellacci ha firmato i decreti di nomina in questi minuti. Ma è evidente che il Pdl ha diviso la partita delle poltrone con l’Udc di Giorgio Oppi, lasciando fuori i Fratelli d’Italia.

PIETRO CADAU A CAGLIARI. Questo lo scacchiere: la Provincia più pesante, quella di Cagliari, Cappellacci la tiene per sé, scegliendo come commissario Pietro Cadau, un suo fedelissimo, una vecchia conoscenza cagliaritana, quando il presidente faceva l’assessore alle Finanze nel Comune del capoluogo (sindaco Emilio Floris). Cadau era un dirigente dell’amministrazione cittadina, passato poi alla guida di Abbanoa sempre per volere del governatore. Ma dalla spa del servizio idrico Cadau si è dovuto dimettere, sotto le pressioni del Cda, dopo aver accumulato un buco stellare da oltre duecento milioni. Quindi, la disoccupazione dorata e brevissima, interrotta da un nuovo incarico deciso ancora da Cappellacci, come commissario nel Comune di Senorbì. Da gennaio e fino al voto di fine maggio.

PASQUALE ONIDA NEL MEDIO CAMPIDANO. La sorpresa più ghiotta fa sicuramente il paio con l’ex presidente della Provincia di Oristano, adesso “costretto” a trasferirsi nel Medio Campidano, da reggente nominato d’ufficio. Onida, democristiano di ferro, quattro volte consigliere regionale (dall’84 al 2005), è stato ingaggiato da Giorgio Oppi, l’asso piglia tutto degli enti intermedi commissariati. Di certo, Onida, l’uomo che ha nel cuore con lo scudo crociato, non è affatto sgradito a Cappellacci, visto che la morte della Balena bianca, col tempo, ha spinto Onida prima verso Forza Italia poi nella banchina del Pdl, dopo un approdo (non lungo) nel Partito del Popolo sardo, vicino all’ex Cdu.

ANTONELLO GHIANI IN OGLIASTRA. In Regione Ghiani lo conoscono tutti: lui, storico dirigente dell’assesorato alla Sanità, lì dove conobbe Oppi, quando il líder máximo dell’Udc faceva l’assessore. Ma nello scudo crociato ci tengono a mettere i puntini sulle ì. Ovvero: Ghiani è fratello di Nino, candidato alle Regionali del 2009 col Pdl. Insomma, se la parentela vale anche come contaminazione politica, il neocommissario dell’Ogliastra sarebbe pure un po’ berlusconiano. Ma è tutto da dimostrare.

ROBERTO NERONI NEL SULCIS. Ripescato. Anche Neroni, stimatissimo ex direttore generale in Regione, non ha chiuso la carriera. Anzi: dopo aver guidato per anni gli uffici dell’assessorato ai Trasporti, quindi, il passaggio al Lavoro, l’ex manager pubblico è pronto per la nuova vita da commissario nel Sulcis. Con Cappellacci il rapporto è ottimo, con l’Udc pure.

FRANCESCO PIRARI IN GALLURA. Il meno famoso della cinquina è lui, il commissario scelto per smantellare la Provincia di Olbia-Tempio, mentre nel nord-est dell’Isola infuria la rabbia dei ventisei sindaci galluresi che, ammainate le bandiere, stanno facendo fronte unico, come tradizione. Obiettivo: contrastare il cagliaricentrismo, un’accusa che da quelle parti è il leit-motiv dell’identità popolare. Pure Pirari è stato un dirigente regionale, parrebbe di fede diccì. Tanto che, firmati i decreti, qualcuno a palazzo ha commentato: «Di chi è amico Pirari? Ma di tutti, da buon democristiano».

LOTTIZZAZIONE CHIUSA. Insomma, Oppi può ritenersi soddisfatto: ancora una volta si è dimostrato uno stratega delle poltrone da dividere. Del resto, al netto di quello che i partiti possono ammettere, almeno tre commissari su cinque hanno tutta l’aria di essere una quota Udc. Passata o presente che sia, magari anche senza tessere di partito ufficialmente prese, ma comunque l’osservanza è quella. Così per Onida, Ghiani e Pirari. Invece: su Cadau e Neroni il cappello l’ha messo soprattutto il presidente Cappellacci.

I Fratelli d’Italia potranno dire a voce alta di non avere nulla da spartire con la scelta dei commissari: loro, gli ex An, non hanno indicato nessuno. Idem i Riformatori, il partito che per primo si è tirato fuori dalla lottizzazione. E non potevano fare diversamente, i liberal democratici, visto che a maggio 2012 hanno promosso il referendum abrogativo degli enti intermedi. Papabili non ne ha segnalati nemmeno l’Mpa.

Alessandra Carta

 

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