Caso Diana, la Asl corre ai ripari. Ma lui: “Ostacolano la terapia”

Ancora problemi per il maresciallo Diana: per il ritardo dell’Asl ha interrotto la terapia per una settimana.

Ancora problemi per il maresciallo Marco Diana con la Asl del Sulcis. E continua la sua lotta contro la burocrazia.

“ Ieri sera 6 giugno – dice Diana –  la Asl mi ha consegnato i farmaci della terapia antitumorale e parte, non tutti, degli integratori che mi sono stati prescritti dal centro specialistico di Milano. Questo significa che io ho dovuto interrompere la terapia per una settimana. Tutto ciò è inaccettabile. Questi ritardi nella consegna dei farmaci e quindi gli scompensi che ne derivano, stanno causando gravi ripercussioni sul decorso della mia malattia con un aggravamento marcato, come mi è stato comunicato in occasione degli ultimi controlli effettuati il mese scorso”.

Questa, in sintesi, la triste analisi che l’ex soldato dell’Esercito Italiano fa della situazione in cui si è venuto a trovare da quando è diventato il paziente n. 57 dell’A.D.I. ( Assistenza Domiciliare Integrata ) della ASL 7 di Carbonia Iglesias. Ossia da quando si è ammalato di cancro per motivi riconducibili all’esposizione all’uranio impoverito nelle missioni all’estero, quando era ancora in servizio.

E continua: “Vorrei capire quali sono i motivi che determinano questi ritardi. I farmaci e gli integratori che assumo sono a totale carico dello Stato centrale, in particolare del ministero della Difesa, quindi la mia terapia non grava neanche per un centesimo sul bilancio della Asl di Carbonia. E se non sono motivazioni di tipo economico, per quale motivo i farmaci mi vengono consegnati sempre in ritardo e neanche integralmente? E a nulla serve che la ASL dichiari il contrario perché esistono le ricevute delle consegne dei farmaci. Io non sono un bugiardo. Non voglio pensare minimamente che siano in atto contro di me ritorsioni per il fatto che denuncio pubblicamente un disservizio così grave. Anzi, vorrei aggiungere che avrei diritto anche ad una assistenza psicologica che non mi è mai stata concessa. Mi stanno lasciando solo e mi sento sempre più solo in questa battaglia per la vita. Intorno a me solo silenzi, da parte delle istituzioni.”

E conclude: “ E’ oltremodo inaccettabile che io debba ricorrere ogni mese a denunciare pubblicamente, a mezzo degli organi di stampa, le inadempienze di questa Asl che conosce benissimo quali sono i miei diritti e i loro doveri”.

Qualche sostegno, invece, Marco Diana lo sta ricevendo dal popolo della rete che con i centinaia di messaggi di sostegno che riceve ogni giorno gli fanno sentire la solidarietà della pubblica opinione. E ha ricevuto sostegno anche da parte del sindaco di Villamassargia, Franco Porcu, che a quanto pare ha fatto le sue rimostranze presso il direttore generale della Asl Maurizio Calamida contro il comportamento e gli atteggiamenti che la ASL sta assumendo nei confronti di questo reduce delle Forze Armate.

Carlo Martinelli

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