Cartucce a governatore e politici, si indaga sull’anonima minacce

Ci potrebbe essere un filo conduttore tra la lettera di minacce recapitata in Consiglio regionale lunedì mattina, con quattro cartucce da fucile, tutte calibro 12, con su scritti i nomi di politici sardi, tra i quali quello del Governatore dalla Sardegna, Francesco Pigliaru e la lettera arrivata in Comune a Sassari il 14 agosto scorso, alla vigilia della discesa dei Candelieri.

In quel caso sulle cartucce c’erano scritti sempre con un pennarello i cognomi di Ganau, Spissu, Oppi, Zedda e Fornero, riconducibili secondo gli investigatori al presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, al segretario dell’Udc Giorgio Oppi, all’ex presidente del consiglio regionale Giacomo Spissu, al primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda e all’ex ministro del lavoro Elsa Fornero.

Stesso tipo di intimidazione, stessa tecnica utilizzata, unica differenza i cognomi riportati sulle cartucce: quelli di ieri Pigliar (la u non è stata scritta), poi Letta, Carbini e Sanna. Gli investigatori della Digos, lunedì mattina, sono andati in Consiglio regionale e hanno sequestrato la busta con i proiettili, arrivata insieme all’altra corrispondenza, adesso stanno lavorando per capire quali siano effettivamente i tre cognomi mancanti, visto che tutti non erano scritti in maniera corretta, e valutando se ci sia un effettivo collegamento tra la lettera di minacce inviata a Sassari il 14 agosto e quella di lunedì.

Le analogie sono comunque molte, cosa che spinge gli investigatori a ipotizzare un collegamento diretto. Nel caso in cui fosse confermato, i tre cognomi scritti con il pennarello blu sulle cartucce arrivate in Consiglio regionale potrebbero essere quelli di “Letta” per Gaetano Ledda consigliere sassarese, “Sanna” per Nicola Sanna primo cittadino di Sassari, e “Carbini” per Gianni Carbini vicesindaco di Sassari ed ex assessore all’urbanistica. Gli investigatori hanno avviato tutta una serie di verifiche per individuare il luogo da cui sono partite le lettere – nella busta cagliaritana c’era il francobollo, ma non era “annullato” – mittente e ragioni delle pesanti intimidazioni.

Un lavoro non facile per gli investigatori, a caccia dell’anonima minacce”, non si può escludere che venga addirittura effettuata una perizia calligrafica per verificare se sia stata la stessa mano a scrivere sulle cartucce di Cagliari e di Sassari i cognomi dei politici.

Quella di lunedì è la terza intimidazione arrivata via lettera ai politici sardi. Poco prima di Ferragosto, infatti, una busta con dentro un proiettile intantto era stata inviata alla presidenza del Consiglio regionale, ma la cosa era passata sotto silenzio.

Ma.Sc.

LEGGI ANCHE: Cartucce a Pigliaru, su Facebook solidarietà al governatore e gesto condannato

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