Carloforte, nuove accuse per il sindaco Simeone. Peculato, abusi edilizi e armi

Nuove accuse per il sindaco di Carloforte, Marco Simeone, attualmente detenuto nel carcere Buoncammino, dall’ottobre scorso, con l’accusa di bancarotta per il crac milionario della Sept Italia, società specializzata nella produzione di vernici. E’ finito nuovamente nel registro degli indagati per altre tre inchieste della Procura della Repubblica di Cagliari, relative a peculato, per aver utilizzato tre volte l’auto di servizio (all’epoca dei fatti era assessore della Provincia di Carbonia-Iglesias) per fini personali, per abusi edilizi e per detenzione irregolare d’armi.

Le accuse. Secondo la Procura avrebbe accompagnato un suo conoscente alla Tenenza della Guardia di finanza, ed i fatti sarebbero avvenuti fra marzo e aprile dello scorso anno. Simeone è stato anche indagato, in un altro procedimento penale, per abusi edilizi, nel 2011, a Carloforte in località Sa Tiacca: avrebbe realizzato un pontile in legno di dieci metri, nel tratto di mare antistante la propria abitazione, senza avere la concessione edilizia. Simeone, nell’ambito della stessa inchiesta deve rispondere di violazioni legate al vincolo paesaggistico ambientale, visto che l’area in cui è stato costruito il ponteggio è vincolata. Infine il primo cittadino è indagato per aver detenuto armi, in particolare due fucili, una pistola e una carabina semiautomatica, in un luogo diverso da quello in cui dovevano essere custoditi, e per aver detenuto un numero rilevante di munizioni senza averne denunciato il possesso.

Il suo caso di recente è arrivato negli schermi tv grazie a Mediaset e a un servizio del TgCom firmato da Toni Capuozzo. Il giornalista lo ha descritto come un esempio emblematico di malagiustizia, “di utilizzo improprio della carcerazione preventiva”.

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