Fluorsid, l’inchiesta si allarga: un’altra discarica nell’hinterland di Cagliari

Dopo lo stabilimento di Macchiareddu, la Vecchia laveria di Assemini e la cava di Monastir, l’attenzione della Procura si è spostata su una nuova discarica sospetta.

L’inchiesta della Fluorsid si allarga. Su incarico del pm Marco Cocco, gli uomini del Corpo forestale stanno localizzando la discarica di cui mercoledì, durante l’interrogatorio di garanzia, ha parlato Simone Nonnis, ex capocantiere della Ineco, la ditta che, per conto della Fluorsid, si occupa di spostare gli scarti della produzione (l’appalto è tuttora esecutivo). Nonnis era in carcere, ma ha ottenuto i domiciliari proprio dopo aver risposto per nove ore alle domande del pubblico ministero e del gip Cristina Ornano.

Sulla nuova discarica, che sarebbe abusiva, si conosce un unico dettaglio: si trova nell’hinterland di Cagliari. Del caso si sta occupando il Nucleo investigativo Nipaf, ispettorato di Cagliari, guidato dal commissione Fabrizio Madeddu. Sino all’altro giorno l’esistenza dell’area di stoccaggio non era nota agli inquirenti. La novità sembra rappresentare un tassello importante dell’inchiesta Fluorsid: andrebbe a completare il quadro del presunto smaltimento illecito di sostanze tossico-nocive e inquinanti che già comprende lo stabilimento di Macchiareddu, la Vecchia laveria di Assemini (nella località di Terrasili) e la cava di Monastir sequestrata ieri.

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In tutti questi terreni, sempre stando al Gip che ha lunedì ha firmato sette ordinanze di custodia cautelare (qui i nomi) – la Fluorsid ha stoccato per anni i propri rifiuti industriali. Scarti di lavorazione che “sono stati miscelati” tra loro, ma anche all’amianto, ha scritto ancora il giudice per le indagini preliminari. Le lastre di eternit, in particolare, erano usate come copertura dei capannoni Fluorsid e la loro rimozione rientrava nel piano di bonifica concordato dall’azienda di Macchiareddu con il ministero dell’Ambiente, attraverso l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Era novembre 2011.

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Dall’inchiesta, però, sta venendo fuori uno scenario particolarmente opaco: la Fluorsid avrebbe smaltito l’amianto e i rifiuti della produzione con tre diverse procedure, tutte irregolari, secondo la Procura: stoccaggi all’aperto, interramenti e sversamenti nella laguna di Santa Gilla (Cagliari), dove sarebbero finiti fanghi acidi. Adesso si è aggiunta la nuova discarica, di cui si saprà qualcosa nei prossimi giorni. Diffondere adesso la sua localizzazione potrebbe compromettere il lavoro di Procura e Nucleo Nipaf, i quali stanno monitorando tutti i siti al centro dell’inchiesta per evitare eventuali inquinamenti di prove.

Martedì intanto c’è l’ultimo blocco degli interrogatori di garanzia: saranno sentiti Armando Bollani e Giancarlo Lecis, da cinque giorni agli arresti domiciliari. Il primo è il titolare della ditta Ineco, l’altro è il funzionario tecnico dello stabilimento di Macchiareddu. Oggi era il turno dei massimi dirigenti Fluorsid: Michele Lavanga, Sandro Cossu e Alessio Farci. Ma tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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