Cagliari-Pescara, Muntari lascia campo al Sant’Elia. Zeman: “Cori razzisti”

Diverbio con i tifosi del Cagliari mentre va a raccogliere un pallone. E Muntari lascia il campo prima della fine della partita. È successo al Sant’Elia durante Cagliari-Pescara. L’ex Milan ha protestato a lungo con l’arbitro e con il quarto uomo. Ma, dopo l’ammonizione, ha lasciato il campo in segno di polemica. La spiegazione nel dopo gara l’ha data Zeman: “Muntari ha sentito cori razzisti e ha chiesto di intervenire. Facciamo tante chiacchiere e poi ci si passa sopra”.

La ricostruzione

È appena passato il novantesimo. E c’è Muntari che si disinteressa della partita con il risultato ancora in bilico. Il Cagliari è in vantaggio di un gol grazie alla rete di Joao Pedro al 23′ del primo tempo. Ma il Pescara si sta giocando le ultime chance per il pareggio. Muntari però non corre più: va a parlare con il quarto uomo prima. E poi con l’arbitro. È nervoso, agitato. Quando poi il direttore di gara, stanco delle continue lamentele, mostra il cartellino giallo lui non ce la fa più. E si dirige verso il tunnel degli spogliatoi senza che nessuno lo abbia cacciato dal campo. Insomma, abbandona il terreno di gioco volontariamente: la partita va avanti senza di lui. La spiegazione di quanto è successo la dà il suo allenatore Zdenek Zeman in sala stampa. “Muntari ha sentito cori razzisti e ha chiesto di intervenire”, racconta il tecnico boemo che poi commenta: “Facciamo sempre tante chiacchiere e poi ci si passa sopra”. Tutto lo stadio in effetti, negli ultimi minuti della sfida, ha passato il tempo non a guardare la palla ma a seguire le mosse dell’ex giocatore di Inter e Milan. Tutto potrebbe essere nato da un incontro ravvicinato tra giocatore e tifosi durante un’azione dei rossoblù. Muntari sullo slancio è finito dentro la porta a pochi metri da un gruppetto di supporter. Da quel momento in poi il giocatore è una furia. Nella curva nord del Sant’Elia – va ricordato – da tre settimane non ci sono nemmeno gli ultrà del Cagliari che da un po’ di tempo disertano il settore per protesta dopo i provvedimenti della Prefettura in seguito agli scontri avvenuti a Sassari un mese fa. La partita finisce. Salvezza matematica per il Cagliari. Ma a fine gara tutti parlano della rivolta di Muntari.

Il giocatore: ” Cori fin da me da subito”

“Facevano i cori contro di me da subito, nel primo tempo ho visto che nel gruppetto c’erano dei bambini e allora mi sono rivolto ai genitori e ho dato loro la mia maglia, per dare l’esempio. Poi in curva la cosa è continuata con un altro gruppo di tifosi: io stavo ragionando con loro, ma l’arbitro mi ha detto che dovevo lasciare perdere. E lì mi sono arrabbiato. Perché anziché fermare la partita se l’è presa con me?”. Così Muntari al termine della partita Cagliari-Pescara commentando la decisione di abbandonare il campo. “I tifosi hanno sbagliato ma l’arbitro – ha chiarito il giocatore – doveva fare qualcosa di diverso, non accusare me. Io non sono una vittima. Ma se si fermano le partite sono convinto che queste cose non succederanno più”.

Il vicepresidente Cagliari: “Solo un alterco”

“Cori non ne abbiamo percepiti, non abbiamo saputo nulla nè dall’arbitro nè dall’addizionale: riteniamo che la tifoseria cagliaritana non sia razzista. Non ci è stato notificato nulla. Penso che tutto sia legato a un alterco con la curva seguito poi dal confronto del giocatore con l’arbitro”. Così il vicepresidente del Cagliari Stefano Filucchi al termine della partita con il Pescara commentando la clamorosa protesta di Muntari.

Ansa – Stefano Ambu

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