Cagliari, dieci anni di sanzioni (mai pagate) dietro la Tari più alta d’Italia

Si paga a Cagliari la Tari più alta d’Italia. Lo sanno bene le migliaia di contribuenti chiamati, bolletta alla mano, a completare il pagamento della tassa sui rifiuti entro oggi 16 dicembre. “A Cagliari una famiglia tipo composta da 3 persone, reddito lordo di 44.200 euro e una casa di proprietà di 100 metri quadri, paga la cifra record di 533 euro”, si legge nei rapporti di Federconsumatori e Cittadinanza Attiva. E questo perché il capoluogo, negli ultimi dieci anni, ha accumulato penali su penali. “Le sanzioni per il mancato raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata maturate dal 2002 ad oggi ammontano a un importo complessivo di 10 milioni di euro”, spiega il presidente Pd della Commissione Servizi tecnologici di Palazzo Bacaredda, Fabio Marcello. Un debito monstre, che cresce ogni anno. E che i contribuenti cagliaritani pagano in bolletta ogni anno da diverso tempo.

Vediamo di cosa si tratta. Per incentivare la raccolta differenziata la Regione ha istituito nel 2004 un meccanismo di penalità/premialità volto da un lato a supportare i comuni virtuosi e dall’altro a sanzionare quelli che non raggiungevano via via la percentuale richiesta di differenziazione dei rifiuti. Percentuale che negli anni è aumentata fino al 65%. In sostanza, ogni trimestre i comuni vengono premiati o penalizzati sulla tariffa di smaltimento del secco indifferenziato. Il comune di Cagliari non è mai entrato nella cerchia dei comuni virtuosi e al contrario ha collezionato dal 2002 al 2009 circa 7 milioni e mezzo di euro di debito con il Tecnocasic, tra costi di smaltimento non pagati e penalità, cifra che la precedente giunta comunale ha deciso di non pagare, ricorrendo al Tar per la presunta illegittimità del meccanismo stabilito dalla legge regionale. A distanza di 5 anni il contenzioso è ancora aperto, il debito è arrivato a sfiorare i 10 milioni di euro e la percentuale di differenziata a Cagliari è inchiodata sul 35%. Soprattutto, in attesa del pronunciamento del giudice, i cittadini sono chiamati a pagare un debito che, secondo le stime di Marcello, aumenta al ritmo di 400mila euro l’anno. Le penali vengono infatti regolarmente inscritte a bilancio. Oltre al debito aumentano così anche i costi per il conferimento dei rifiuti e la Tari.

“Rispetto a Tares e Tarsu, con la Tari cambiano i parametri per il calcolo dell’imposta, soprattutto la copertura totale dell’impegno finanziario relativo alla gestione dei rifiuti è a carico dei comuni”, precisa il responsabile della Commissione servizi teconologici. Sta di fatto che la gestione delle 92mila tonnellate di rifiuti l’anno da parte del comune cagliaritano, incluse spese per la raccolta e conferimento, ammonta a 45 milioni di euro l’anno, di cui 15 finiscono proprio nelle casse del Tecnocasic. Una cifra notevole, aumentata a dismisura nel corso del tempo.

“I costi di conferimento del secco – si legge in un interrogazione del consigliere comunale Enrico Lobina – sono passati dai 132 euro/tonnellata nel 2009 ai 150 del 2010 fino ai 167 del 2011. Insomma, pare che la diminuzione dei quantitativi di rifiuti conferiti (66.705 tonnellate nel 2009 contro le 61.000 tonnellate del 2011) vada di pari passo a un aumento delle tariffe. Fino alla cifra record di 176 euro per tonnellata del 2014. Stesso discorso per l’umido, il cui costo di conferimento per tonnellata è quasi raddoppiato dal 2009 ad oggi (80 euro per tonnellata nel 2009 contro i circa 120 euro del 2014). Stando così le cose, quasi a nulla valgono i circa 700mila euro ricavati dalla vendita di plastica e carta.

“Se si riducesse di metà la quantità di rifiuti conferiti all’inceneritore o in discarica (qui i prezzi sono di 170 euro a tonnellata) attraverso una buona raccolta differenziata, si risparmierebbero subito oltre 5 milioni di euro”, aggiunge Marcello. E, in questa direzione, pare che qualcosa si muova. Sta infatti per giungere a definitiva attribuzione l’appalto per attivare a Cagliari il servizio di raccolta differenziata porta a porta. Si tratta del più grande appalto mai bandito dal comune: 300 milioni di euro in sette anni. “In un primo momento se l’era aggiudicato la cordata capitanata da Eco-Nord, ma ad un secondo esame è emerso che l’associazione temporanea d’impresa ha sottostimato gli oneri relativi alla sicurezza”, aggiunge Marcello. La decisione è dunque ricaduta sull’Associazione temporanea di imprese capitanata dalla società De Vizia. Una valutazione dettagliata di questa offerta spetta ora all’Ufficio appalti dal comune cagliari. Ma molto dipenderà dalla sentenza del Tar del 17.

Piero Loi

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