Bonifiche a La Maddalena, reati prescritti per i 13 imputati

Nessun colpevole per le mancate bonifiche a La Maddalena dopo lo spostamento del G8 del 2009 a L’Aquila. Tutti prescritti i reati ambientali dei quali erano accusate 13 persone, tra funzionari e imprenditori, che erano state rinviate a giudizio dal pm nel luglio 2009 davanti al Tribunale di Tempio Pausania. Resta in piedi, così come spiegano i quotidiani sardi, solo l’accusa di peculato per sei indagati. In questo caso, però, il processo sarà trasferito a Roma, per competenza. L’ipotesi della Procura era che gli imputati avessero ricevuto circa 70 milioni di euro per gli interventi nell’ex Arsenale. Sulla base delle perizie, l’accusa sosteneva che il molo Carbone e le aree del Main Center non sarebbero state bonificate. Anzi, le operazioni messe in campo avrebbero incrementato i livelli di inquinamento all’interno dell’ex Arsenale che avrebbe dovuto ospitare i grandi della Terra.

Oltre a all’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Angelo Balducci, e un suo stretto collaboratore, Mauro Della Giovampaola, allora capo della struttura di missione per il G8, il reato è stato prescritto per Marco Rinaldi e Matteo Canu, responsabili dell’impresa appaltatrice delle bonifiche in mare, la Cidonio di Roma, il direttore dei lavori Luigi Minenza; l’ingegnere e direttore operativo Riccardo Miccichè; il responsabile unico del procedimento Ferdinando Fonti, il provveditore per le opere pubbliche e magistrato delle Acque del Veneto Patrizio Cuccioletta, i “collaudatori” Andrea Giuseppe Ferro e Valeria Olivieri e il segretario della loro commissione, Luciano Saltari, l’ingegnere sismico Gian Michele Calvi e il dirigente del ministero dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini.

 

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