Prima notte nel carcere di Nuoro, Badu’e Carros, per Pietro Basile il ragazzo di 20 anni che il giorno di Capodanno ha ucciso il padre Franco di 42. Il giovane è accusato di omicidio volontario e si è consegnato ieri mattina dopo giorni di latitanza.
In preda all’ira, con un colpo di pistola, ha ucciso il genitore. Poi la fuga fino a ieri, giorno del funerale del padre. Accompagnato dal suo avvocato il ragazzo si è presentato in caserma dove è stata raccolta la sua versione dei fatti. Dai primi accertamenti emergono indizi di una verità parzialmente diversa: il colpo letale, sarebbe arrivato “di rimbalzo”. Ma la sua posizione resta comunque molto complicata.
Secondo la cronaca pubblicata questa mattina sul quotidiano L’Unione sarda Pietro in carcere avrebbe incontrato la madre e avrebbe detto: “Non volevo uccidere babbo“. In famiglia la situazione era degenerata dopo la separazione e le liti erano piuttosto frequenti. L’uomo era stato anche denunciato per maltrattamenti in famiglia, nei confronti del figlio e della moglie.
Un appello affinché il ragazzo si costituisse era stato lanciato dal vescovo di Nuoro monsignor Josè Marcia durante l’omelia funebre: “Prendi in mano la tua responsabilità, non scappare. Dio ti ama e ti perdona. Sii uomo, costituisciti”, aveva detto. Aggiungendo: “Non possiamo addossare a lui tutto quanto accaduto”.